“C’è ottimismo per l’Italia, in particolare quella del Nord”. E’ il commento di Carlo Zanolla, contract manager di Mamberto Viaggi, reduce da un tour europeo durante il quale ha incontrato i principali tour operator e del quale ha riferito in occasione dell’ultimo MARTEDIturismo organizzato da Guida Viaggi il mese scorso a Milano.
“Con Tui, Thomas Cook, Rewe – commenta Zanolla – abbiamo parlato della nuova programmazione ed è emerso che il nostro Paese ha grandi potenzialità per quest’anno e quello a venire. Tui, ad esempio, ha chiesto di aumentare il numero di posti letto nel Nord Italia”. Un quadro positivo al quale, però, secondo il manager, manca ancora il coordinamento istituzionale. “Per ovviare al difetto del frazionamento d’offerta – prosegue Zanolla – abbiamo creato il consorzio Incoming Italia, in modo da rappresentare regionalmente l’offerta, ma è comunque complicato comunicare il prodotto Italia fuori dall’Ue. Per mercati lontani come Nord America e Asia occorre un ente di promozione nazionale efficiente”. Da considerare, tra l’altro, che il 60-70% della clientela di Mamberto proviene dal Nord Europa e di questi l’80% utilizzano l’auto propria per gli spostamenti.
Una politica di sistema
Annalia Martinelli, responsabile ufficio stampa del gruppo alberghiero Antares Hotels, ha sottolineato che il ruolo del turismo ha avuto una forte risonanza a livello politico: “La risoluzione del Parlamento europeo del 2015 – spiega – getta le basi per un futuro ormai alle porte, quando il turismo peserà in modo consistente sul Pil dei Paesi europei”. A questo proposito Antares Hotels e il suo presidente Remo Eder si sono mossi in anticipo sui tempi: “Sono ormai 3-4 anni che il sito del gruppo comunica gli eventi del territorio e la società porta avanti una politica di sistema e di gruppo”. Per rispondere alle esigenze della sua clientela, Antares Hotels ha puntato sulla “ricerca di personalizzazione e sull’attenzione al food. Siamo convinti che negli alberghi possano ancora nascere nuovi servizi”.
L’utilità dei dati
Ma la domanda che si pone Mario Cardone, founder di Aurae Hospitality Marketing, è la seguente: “Il mercato è in grado di recepire l’utilità dei dati che possono avere in loro possesso?”. Il manager vede come un momento entusiasmante quello che sta vivendo il mondo alberghiero di fascia alta attraverso il digitale. “Sta vivendo – dichiara – la stessa evoluzione digitale che ha conosciuto il trasporto aereo 15 anni fa. Il vero problema è l’integrazione dei dati”. Secondo il manager ciò che ancora manca è “avere a disposizione dati integrati. La sfida è aggregarli e l’albergatore medio non riesce”. Un migliore uso dei gestionali servirebbe (attualmente usati al 15-20% delle potenzialità), ferme restando le alte capacità di gestione e la formazione dei manager alberghieri italiani. Altri sforzi andrebbero condotti in area Crm, nel recruiting, nella comunicazione e nella distribuzione. l.d.