Il vero marketing digitale si fa offline

Prende forza il digitale nella promozione dei prodotti turistici italiani e nelle Regioni i social media team diventano più strutturati.
Se un paio d’anni fa bastava un’idea vincente, un video che faceva boom di visualizzazioni, oggi servono strategia, costanza e aderenza al territorio. L’unico, insostituibile erogatore di contenuti unici, per tenere incollati agli smartphone i turisti e, si spera, farli prenotare in gran numero.
Ecco che l’ingaggio è l’obiettivo numero uno della Regione Marche sui social. Prima per numero di follower in diverse piattaforme e scontando, come tutte, il ritardo dell’adozione di strategie di digital marketing, è guidata dal social media strategist Sandro Giorgetti con un team di 4 risorse, tra cui una persona per alcuni mercati di lingua tedesca e inglese. La strategia poggia su basi scrupolosamente informatiche: “Ogni contenuto viene creato per essere posizionato e indicizzato – spiega il responsabile-, dunque per essere apprezzato dall’audience e creare interazione. L’obiettivo è l’engagement,  da attuare attraverso circa 20 attività, compresi svariati media e network, più il blog Destinazione Marche”. Il lavoro si svolge anche offline. “Siamo presenti agli eventi di valorizzazione del territorio, fiere e convegni dove presentiamo i nostri report sui risultati, organizziamo i photowalk (nei borghi con instagramer, fotografi, blogger, influencer), di formazione per tutto il sistema turistico regionale e proprio questa presenza ‘fisica’ ha creato i presupposti per cominciare a colmare il gap di alfabetizzazione digitale delle imprese”.

Basilicata
#bellascoperta

Dalla prima idea vincente di Digital Diary, con 7 registi da tutto il mondo sul territorio a raccontare filmando, e retribuiti sulla base delle visualizzazioni generate su Youtube, la Basilicata ha via via adottato una strategia social media sempre più strutturata. “Dal 2012 le attività confluiscono nel brand Basilicata Turistica, rientrano nei piani d’investimento regionale e dal 2014 hanno attratto risorse per 380mila euro di fondi europei rivolti ai programmi d’eccellenza – spiega Gianni Lacorazza, responsabile promozione e sviluppo dell'Apt della Regione -. E’ bene sottolineare però che esisteva già un progetto web organizzato”.
Piccola e collegata male, la regione ha trasformato grazie ai social le debolezze in vantaggio, al punto che con oltre 600mila arrivi il turismo ha superato la popolazione residente, con soli 39mila posti letto, quanti ne ha la romagnola Cervia. “Partiamo dal concetto di smart community, coinvolgendo tutti coloro che fanno promozione del territorio e facendo in modo che comunichino la Basilicata seguendo un filo conduttore. Il sito e di conseguenza tutti i social sono attentissimi agli eventi e ai comuni più piccoli, in un contesto dove l’80% di essi ha meno di 3mila abitanti”. Il team è di tre persone compreso il responsabile.

#FVGLive
Da un anno il Friuli Venezia Giulia dedica aree distinte tra web e social media, dove nella prima si concentrano le attività del booking system e del sito, mentre il social media team si dedica alla comunicazione con 3 collaboratori più una figura trasversale.
Il piano di marketing 2015-2017 prevede di posizionare la regione come destinazione slow attraverso turismi tematici che evidenzino “autenticità della storia, delle persone, dei rapporti umani, delle tradizioni e dell’ambiente – spiega Cristina Menis del team social e comunicazione online di Promoturismo Fvg -. Una regione fuori dal tempo, in cui gli ‘artifici moderni’ non sono riusciti a intaccarne lo spirito autentico, consentendone una fruizione lenta. Associamo il lavoro editoriale alle campagne pubblicitarie online e indirizziamo l’audience ai club di prodotto (alcuni: bike, family, turismo attivo) che raccolgono le offerte delle imprese. Le singole esperienze devono essere raccontate nei dettagli”.

#CaffèconTER
Nel matching tra attività digitali e fisiche risiede lo sviluppo della strategia di Turismo Emilia Romagna (Ter) che ha aperto i primi presidi social già nel 2009 e opera in 6 lingue. “Facciamo ancora numeri modesti senza ricorrere a Facebook ads o campagne – spiega il social media manager Giovanni Arata -. I palinsesti delle pubblicazioni sono un pretesto per la relazione con i turisti e vengono generati da azioni che si svolgono sul piano dell’offline, come fa Blogville con i blogger in tour o Selfie Dop, workshop di food con i fotografi che insegnano a raccontare il cibo con le immagini. I materiali creati vengono distribuiti agli operatori in forma di contenuti e conoscenze. E’ quello che chiamiamo social offline”.
L’incontro con le imprese del territorio si sta così compiendo nell’education. “Nella saldatura tra operazioni online e offline è la nostra evoluzione del social media management”. Ecco “Caffè con Ter”: ogni settimana gli operatori vanno in sede a Bologna per raccontare in che modo sono digital, Ter dà consigli e spiega come possono incrociare le azioni per amplificare la visibilità.                         .
 

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