A dispetto della concorrenza del web, dell’instabilità generale e del terrorismo che ha colpito Parigi, le città d’arte sono ancora prodotto vincente in agenzia. Nell’era in cui prenotare è semplice come un click e il fai da te è alla portata di tutti, quantomeno su alcuni prodotti, il risultato dell’indagine dell’Osservatorio Guida Viaggi sul tema può sorprendere.
Al trade abbiamo chiesto se i long weekend nelle città d’arte (non si specificava se italiane o straniere, ndr) sono ancora un business per le agenzie. Il 42% dei rispondenti non ha esitato, affermando “sì, sicuramente”. Il 30% ha scelto per l’opzione “sì, ma meno di prima”, mentre il 28% ha risposto no, rimarcando che la concorrenza del fai da te, aiutato dal web, è troppo forte. L’inchiesta, va sottolineato, è stata condotta dopo gli attentati di Parigi, in una fase in cui l’instabilità generale ,che da tempo pesa sulle spiagge nordafricane, ha coinvolto mete più vicine, popolari nel periodo delle feste. Parigi, certo, ma anche le altre capitali e grandi città che nel sentire comune sono diventate destinazioni “non sicure”. E allora ecco i cali di prenotazione nell’ultimo mese del 2015 e per Capodanno, ma va detto che il trend si sta invertendo, come suggeriscono i risultati del nostro Osservatorio. Conferme vengono anche dagli operatori del settore.
In casa Robintur Travel Partner, ad esempio, si sottolinea l’interesse costante delle agenzie del network nei confronti del prodotto città d’arte. Quanto alla contingenza, “la Francia, e Parigi in particolare, hanno registrato netto calo negli ultimi mesi 2015, ma registriamo, in questo avvio d’anno, una ripresa della domanda”. Per quanto riguarda il resto d’Europa, il network osserva un leggero incremento rispetto ai primi due mesi dell’anno passato, lo stesso che contraddistingue le vendite delle città italiane.
“I riflessi degli attentati di Parigi si sono fatti sentire intensamente sulle festività di fine anno. I cali delle vendite sulle capitali europee sono stati intorno al 30%, con punte superiori per la capitale francese. Successivamente la situazione si è normalizzata e ad oggi i dati sono molto incoraggianti, trainati da una buona performance di Disneyland Paris. Prevedo una buona primavera per questo segmento”. Così Gian Paolo Vairo, amministratore delegato Welcome Travel Group, che fa un distinguo tra città europee e italiane. Le prime “rimangono un business importante per le adv: esso è gestito quasi interamente attraverso l'utilizzo di banche letti. Le città d'arte italiane, invece, risentono maggiormente delle multicanalità e del web in particolare”. Per il manager, in questo momento, il Giubileo non costituisce un business significativo per le agenzie, “a differenza di quanto accaduto per Expo. Credo che sia un prodotto/esperienza che si rivolge ad una clientela particolare, che utilizza altri canali”. Su quanto, in termini generali, il soggiorno in città resti in business per il trade, Vairo osserva che lo è soprattutto in occasione di eventi speciali, “quando la disponibilità è contingentata e occorre il supporto di un consulente per organizzare la propria visita”.
Diversamente “è un prodotto che è uscito dal portafoglio delle agenzie, soprattutto quando non è previsto l'acquisto del trasporto”.