“E’ di nuovo un focus importante l’Italia per gli investitori alberghieri”. A parlare è Georg Schlegel, managing director di Choice Hotels Germany & Central Europe sulle prospettive dell’hospitality. “In particolare l’up market e il segmento del lusso è nel mirino degli operatori”, spiega il manager, aggiungendo che “la maggior parte delle transazioni avvenute nel corso del 2016 in Italia ha riguardato strutture già esistenti”.
A mancare ancora, secondo Schlegel, è però il movimento attorno ai brand specializzati nel budget e nel mid market. “C’è qualche segnale – precisa meglio – come il marchio Moxy o Hampton di Hilton, ma l’Italia è ancora indietro rispetto alla copertura necessaria e che i viaggiatori sono invece in grado di trovare in altri Paesi europei come Germania, Francia o Uk. Dal mio punto di vista questo mostra che né le banche né gli investitori hanno realmente fiducia nel mercato italiano. Dall’altro lato l’Italia avrebbe proprio necessità di hotel a budget e collocati nel mid market”.
Pronostico difficile
Quando gli si chiede cosa vede come prospettiva futura, per il 2017 e oltre, il manager replica scherzoso: “Ho scordato la mia palla di vetro… E’ molto difficile – ammette – pronosticare quello che il 2017 porterà all’Italia tenuto conto dell’attuale situazione economica e politica. Credo che le attività di merger & acquisition proseguiranno. Le piccole catene alberghiere saranno fagocitate da quelle più grandi e c’è ancora molto capitale a disposizione che aspetta le occasioni giuste. Tutto ciò contribuirà a sviluppare le transazioni con le proprietà esistenti, ma sono meno fiducioso sul fatto che ci possano essere investimenti maggiori in nuove proprietà da costruire”.
Per quanto riguarda la Brexit, da una prospettiva alberghiera il fenomeno non avrà grandi impatti sull’Italia, secondo Schlegel. “Di sicuro – afferma – visitare la Gran Bretagna sarà più conveniente per i visitatori e potrebbe rappresentare un driver positivo per il Regno Unito. Di conseguenza le vacanze all’estero degli inglesi saranno più costose e questo potrebbe avere un impatto negativo su mercati come Italia, Francia o Spagna”.
Spazio per un nuovo marchio
Per Choice il 2016 è stato un anno particolarmente positivo nell’area Emea, sono stati siglati molti contratti, sia per conversioni di proprietà già attive sia per strutture nuove.
“In Germania – sottolinea il manager – abbiamo concluso un deal unico con una global company, con la quale abbiamo fatto un co-branding con una società alberghiera esistente attraverso un contratto di franchising e stiamo introducendo in Europa il soft brand Ascend Hotels”.
Sul mercato italiano la catena aspira ad una partnership similare a quella conclusa in Germania con gruppi alberghieri locali. “Le possibilità in Italia non mancano – aggiunge – per il nostro marchio up scale Ascend, grazie all’alto numero di boutique hotel piccoli e senza brand che potrebbero beneficiare della nostra piattaforma di distribuzione senza perdere il loro nome e la loro identità”.
In Arabia Saudita e negli Emirati Choice ha siglato un accordo di master franchise con una grande società saudita e in Turchia, nonostante la situazione geopolitica, continua ad espandersi. Recentemente è stato siglato un accordo per 3 Ascend boutique hotel in località turistiche della costa turca.