“Perché mi devo adeguare? Io non fallisco”. E’ ciò che si domandano le adv. Non riescono ad accettare il fatto che debbano mettersi a norma in merito al fondo di garanzia, dopo che lo scorso 1° luglio è stato abolito quello nazionale. L’obbligo di adeguarsi (perchè di obbligo si tratta, ndr) alla nuova normativa viene visto come un’ulteriore vessazione nei confronti del comparto, una tassa in più che deve essere pagata per colpa di qualcuno che potrebbe fallire, anche se quel qualcuno non siamo noi.
Il tema è complesso ed articolato, tra gli attori della filiera si avverte poca chiarezza e ci sono tanti dubbi. A seconda di come lo si analizzi assume diverse implicazioni. L’importante è non scivolare sul filo del proselitismo associativo o del tentativo di fare affiliazione come network, nel momento in cui si palesa la propria scelta al mercato agenziale, per non trasformarla in una “caccia alle agenzie”. Ci sono anche dei punti fermi. Uno su tutti il fatto che la garanzia di cui, adv e t.o. si devono dotare, è a tutela del consumatore. C’è una legge e deve essere rispettata, nel caso in cui non sia stata fatta ancora una scelta manca il requisito fondamentale per l’esercizio dell’attività.
Tra l’altro il discorso sanzioni e loro applicazione a livello nazionale è un nodo ancora da sciogliere, visto che ci possono essere differenze sostanziali a livello non solo di regione, ma anche di comune, vien fatto presente. A tal proposito ci sono delle novità.
Le novità del Mibact
Ci sono novità importanti ed arrivano dal Mibact. Entro fine anno il ministero provvederà ad una campagna di controlli per chi opera nel turismo e non è dotato della garanzia richiesta dallo Stato.
Un altro passo avanti vedrà il Mibact emanare le linee guida di indirizzo alle realtà che hanno prodotto le garanzie per uniformare il panorama in Italia.
Le soluzioni
Al momento il settore è confuso, forse perchè esistono più soluzioni tra cui scegliere. La pluralità di chance è dettata dal fatto che, non essendoci un decreto attuativo, non ci sono indicazioni su come debba essere la garanzia. Sostanzialmente adv e t.o. possono scegliere tra le soluzioni assicurative, sono tre quelle ufficiali presenti sul mercato Ami Assistance (Amitravel Protection), Borghini e Cossa-I4t (BookingSicuro), Aon (polizza con Cattolica per Welcome). Nel caso di Amitravel Protection sono state emesse “molte polizze con contraenti adv indipendenti, network (Blunet, BeTravel, Bluvacanze), qualche t.o, oltre a Msc Crociere. Molte altre sono in valutazione in attesa di essere e-messe”, fa sapere Stefano Pedrone, responsabile divisione turismo Ami Assistance. Il costo della polizza è calcolato sul volume di affari e quindi è variabile. Si parte da un premio minimo alla firma di 250 euro. “Un’adv che fattura 500mila euro l’anno pagherà 465 euro, di cui l’80% alla stipula e il resto a regolazione”. Nel caso di BookingSicuro di Cbl, compagnia irlandese esperta in ri-assicurazioni e rischi finanziari, proposta da Borghini e Cossa-I4T, al momento ha in convenzione “tre network – dice Christian Garrone, agente generale Insurance Travel -. Stiamo dialogando con altri due. Le adv sono in continuo aumento”. Quanto costa al punto vendita aderire? “Dalle 350 a infinito (proporzionale al volume di vendita). Si intendono costi totali. Molti fondi dicono la quota della garanzia, ma omettono nel loro costo di indicare che si dovrà aggiungere l'iscrizione al fondo ed il costo di valutazione che da noi sono compresi”. Potrebbero esserci novità in arrivo da Europ Assistance, ma non nell’immediato, non avendo ancora un prodotto assicurativo in risposta a questo bisogno delle adv. Però Europ Assistance si dice “interessata a sviluppare una propria soluzione e ci lavorerà”. Le soluzioni alternative a quella assicurativa sono legate ai fondi privati costituiti dalle associazioni o network. Ci sono la soluzione mista di Fiavet (Fogar, fondo/assicurazione) e i fondi di Fto (Fondo Vacanze Felici), Assoviaggi (Fondo Garanzia Viaggi), Astoi (Fondo di Garanzia di Astoi Confindustria Viaggi) e Aiav (Salvagente). Infine qualche altra soluzione di tipo bancario/finanziario.
Quanto del mercato agenziale si è adeguato? La percentuale dichiarata un mese fa si aggirava intorno al 10%, diceva Garrone. Stime su cui concorda Massimo Caravita, vicepresidente Marsupio Group, secondo il quale un “10-20% di adv ha già una soluzione in mente o sta per concludere, mentre un 30/40% si sta approcciando al problema e sta guardando il mercato. Un altro 40% non si è interessato al problema e non lo conosce”. Questo ci porta a comprendere che per le adv non è ancora una priorità. E i t.o? “Tutti i principali operatori, aderendo ai vari fondi delle associazioni, sono a norma, lo stesso la maggior parte dei network – osserva Pedrone -. Sulle adv la percezione è che l’adesione sia bassa, forse a causa del ritardo con il quale il mercato ha risposto con le soluzioni, a causa della variabilità delle stesse, che non ha aiutato a fare chiarezza”.
Occasione (mancata?)
di marketing
“Trust”, ossia “fiducia”. Il fondo di garanzia deve essere visto come un’opportunità per le adv. Sta prendendo, infatti, piede l’idea che si possa trasformare in occasione per fare marketing e comunicazione sul cliente finale a favore del punto vendita.
Non è un caso che alcuni network si stiano attivando per rendere riconoscibili, tra le proprie adv, quelle in regole. E’ ciò che sta facendo Geo Travel Network, sperando che quelle “a norma siano da stimolo alle altre”, così come Welcome, che farà attività di supporto marketing a sostegno delle adv.
Il bollino blu
C’è un’altra questione che scalda gli animi. Si chiama "bollino blu", una sorta di marchio di garanzia che identifica le adv che si sono messe in regola. Tra i network non tutti concordano sulla sua validità o meglio si pensa che non basti solo quello come garanzia. E’ però un segnale che si dà al mercato, di un’impresa che si è adeguata. Bisogna, infatti, pensare che mettersi a norma è una garanzia della propria solidità finanziaria che viene riconosciuta e può contribuire a “eliminare quelle sacche di mercato” non finanziariamente sane. Infatti, non tutte le adv che chiedono di aderire ai fondi sono accettate. “Deve essere fatta una selezione dei partecipanti al fondo – afferma Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi – c’è un percorso di verifiche, bisogna vedere lo stato di salute dell’impresa che vu-ole aderire”. L’adesione ad un fondo può fungere anche da deterrente nei confronti del problema dell'abusivismo. “Due terzi del mercato turistico è gestito da abusivi che non danno alcuna garanzia. E il fondo non interviene su questi aspetti – rileva Rebecchi -. I consumatori garantiti sono quelli che acquistano in imprese regolari”.