Nuova direttiva pacchetti: cosa succede a Bt e viaggi di breve durata?

Bt e viaggi di breve durata, che ne sarà di loro con la nuova direttiva europea sui pacchetti turistici?
Guardiamo prima il caso del business travel. Questo segmento di mercato sarà disciplinato dalla normativa Ue come elemento a sé. E come tale sarà gestito in altro modo. A farci comprendere meglio cosa avverrà è Assoviaggi, nella persona del suo presidente Gianni Rebecchi, che esemplifica quanto è stato stabilito. “Nel caso in cui una adv operi con una grande azienda alla quale fornisce servizi turistici, regolamentati da contratto, quest’ultimo è considerato appartenente ad un’altra sfera che non rientra nell’ambito della garanzia del viaggiatore privato”. In quanto la grande azienda in questione non è associata al viaggiatore ed è stato firmato un contratto di erogazione dei servizi.

Un altro capitolo preso in esame sono i viaggi di breve durata, le famose gite di un giorno. La normativa si esprime anche su questo punto, mettendo in luce una minore esigenza di tutela del viaggiatore. Per intenderci i viaggi di breve durata sono quelli che durano meno di 24 ore e non comprendono l’alloggio. Ecco cosa dice la normativa in merito: “Poiché è minore l'esigenza di tutelare i viaggiatori in caso di viaggi di breve durata e per evitare inutili oneri per i professionisti dovrebbero essere esclusi dall'ambito d'applicazione della presente direttiva i viaggi che durano meno di 24 ore e non comprendono l'alloggio”.

Per lo più la nuova normativa è chiara in ogni suo aspetto, norma quelle che sono considerate le attuali “zone grigie” per esempio del fronte online, fa chiarezza sul concetto di insolvenza, ma ha un suo neo. Ciò che è stato espresso per i viaggi di beve durata vale anche per “i pacchetti o i servizi turistici collegati che sono offerti o agevolati in via occasionale e senza fini di lucro e soltanto a un gruppo limitato di viaggiatori – dice la nuova normativa -. La presente direttiva può comprendere, ad esempio, viaggi organizzati non più di un paio di volte l'anno da associazioni caritative, associazioni sportive o scuole per i loro membri, senza essere offerti al grande pubblico”.

Cosa vuol dire? che “i pacchetti turistici collegati offerti in via occasionale, non a fine di lucro, non devono essere garantiti come gli altri pacchetti”, spiega Rebecchi. Se pensiamo che, tra i Paesi membri, l’Italia è quello con il più alto tasso di abusivismo, “mentre in Germania, Francia e Inghilterra è un elemento poco incidente sul mercato interno”, si comprende il danno che una simile misura può causare.

Inoltre, la nuova direttiva dice: “Informazioni adeguate su tale esclusione dovrebbero essere rese accessibili al pubblico al fine di assicurare che professionisti e viaggiatori siano correttamente informati del fatto che tali pacchetti o i servizi turistici collegati non sono disciplinati dalla presente direttiva”. Ossia le associazioni non a scopo di lucro dovrebbero informare i loro membri o aderenti “che ciò che acquistano non è garantito come il pacchetto classico”. Lo faranno? s.v.

 

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