In Italia 10 Regioni non hanno una policy di strategia turistica, 8 Regioni hanno un piano attivo e una Regione ha un piano assente. E’ quanto emerge nel rapporto sulla programmazione turistica regionale, presentato dal direttore Federturismo Veneto Italo Candoni, nel corso del convegno “Strategie e Risorse per il Turismo Italiano”, che ha portato come case history di eccellenza il Friuli Venezia Giulia, con un piano 2014-2018 affiancato da una strategia di comunicazione online e offline distinte.
“Il Friuli ha un modello di governance centralizzato e nel suo documento strutturale ha indirizzato su due assi per un totale di 77 milioni di euro che portano a un reale valore raddoppiato se si conta l’indotto”, ha spiegato Candoni. La ricerca individua nelle performance negative la disomogeneità “non solo sul fronte delle policy, ma sugli stessi prodotti, la percezione di diversità genera delle anomalie nell'attrazione di turisti”. Altra negatività emersa dal rapporto riguarda i dati: “Gli osservatori si concentrano sui flussi, sui dati quantitativi e quindi non si riescono a impostare le politiche migliori per il revenue, non si hanno dati qualitativi; in città come Venezia non c’è bisogno di ulteriori turisti, c’è bisogno di turisti migliori”.
Il lavoro per il Rapporto è accompagnato ad una politica attiva: “A tutti i responsabili del turismo delle Regioni abbiamo mandato un questionario per capire se le risorse andavano veramente verso i desiderata degli operatori turistici”. Il 30% delle risorse dell’Asse 3 sullo Sviluppo d’Impresa (in cui ci si è adoperati per far rientrare il turismo) va a fondo perduto nelle Regioni. E’ quindi indispensabile un controllo. “A ottobre 2018 ci saranno le verifiche intermedie Regione per Regione sugli indicatori di risultato e, qualora ci fossero ritardi, potremmo scoprire quali azioni siano possibili per correggere il tiro”, ha aggiunto
Tra crescita e fiscalità
Per quanto riguarda la crescita del settore in Italia, è modesta, ma in un momento difficile: aumenterà del 3% il turismo entro il 2018, un settore che vale in Italia 171 miliardi di euro (11,8% del Pil) e dà lavoro a 3,1 milioni di persone. Lo scorso anno sono cresciute sia la spesa media procapite giornaliera (107 euro) sia la permanenza media per turista (salita a 3,5 giorni). L’Italia si prepara ad affrontare questa prospettiva con un “Piano Strategico Nazionale 2017-2020”. E’ stato ricordato durante il convegno e il presidente dell’Osservatorio Parlamentare per il Turismo, Ignazio Abrignani, ha sottolineato l’importanza del decreto fiscale, “con un emendamento che consentirà di digitalizzare, dal 1° gennaio 2018, il tax free shopping in Italia, consentendo così una netta riduzione delle frodi Iva”. Francesco Palumbo, direttore generale Turismo Mibact, si è soffermato sul piano. I dati di partenza su cui si fonda la strategia sono chiari. La sharing economy contribuisce per il 15% al mercato turistico, solo un turista straniero su 10 arriva in Italia con un viaggio organizzato e si prenota sul web nel 68% dei casi. “Uno dei nostri obiettivi in questo piano è la sostenibilità che pone al centro la domanda turistica – ha commentato Palumbo – poi il nostro ulteriore obiettivo è stata l’integrazione: se il metodo fino ad oggi è stato quello di condivisione dei progetti con le imprese, questo continuerà ad essere il metodo dopo l'approvazione del Pi-ano. Ci stiamo muovendo tutti nella stessa direzione e questo è già un vantaggio rispetto al passato; abbiamo raccolto 190 progetti dagli operatori e gli obiettivi sono gli stessi soprattutto in termini di innovazione”, ha aggiunto. In progetto anche un’omologazione degli standard qualitativi alberghieri con le Regioni. Tante le novità annunciate da Palumbo, tra cui un piano per la banda larga al via immediatamente almeno nelle località turistiche più note come Pompei o Venezia. Il Mibact ha aperto anche un tavolo con Russia e Cina. “Stiamo lavorando con il ministero del Turismo cinese e con tutti gli operatori italiani che lavorano in Cina sui temi dei visti e della sicurezza”. Il direttore ha annunciato l’introduzione di piccole unità di polizia urbana che parlano cinese nei posti turistici più affollati per dare una sensazione di Paese sicuro e accogliente.
Infine anche il ministero si avvarrà del video in cerca di viralità social. Sarà prodotta una fiction dedicata solo al mercato cinese da trasmettere nella tv di Stato cinese e da riproporre sui social. Il tema è “vivere all'italiana”.