Outlook stabile sui viaggi d’affari

Il business travel si attende fiducioso un 2017 di mantenimento delle posizioni, con qualche riserva sulla Brexit. Così rileva l'ultimo sondaggio internazionale di Airplus su viaggiatori d'affari (2.200 intervistati) e loro aziende (mille nel campione): "Il 33% prevede un aumento e solo il 10% una diminuzione, in generale l'outlook è stabile", spiega la società di carte di pagamento e analisi delle spese di viaggio aziendali. I più ottimisti sono i travel manager statunitensi, il 71% dei quali attende un incremento delle trasferte, contro il 37% degli italiani.
Si tratta di un valore, quello americano, considerato straordinario, se paragonato al 2016 quando un 26% prevedeva maggiori missioni di lavoro.
Nel nostro Paese, invece, si verifica una condizione di abbassamento delle tariffe aeree che quindi incide sul valore delle transazioni delle carte: "Il prezzo medio del biglietto scende del 5,4% sulle rotte europee, attestandosi a 385 euro, mentre sull'intercontinentale vede un lieve incremento dell'1%, a mille400 euro", argomenta l'a.d. Diane Laschet. Contestualmente cresce la quota delle compagnie aeree low cost, che sempre di più sulle direttrici europee conquistano questo segmento di viaggiatori.
Nel 2016, ancora in Italia, le lcc hanno preso uno share del 6,6% dal 5,5% di due anni fa. L'analisi globale mostra, poi, diversi feeling secondo i Paesi, influenzati dalle economie e dalla fiducia rispetto ai consumi.

Timori Brexit
Se dal Regno Unito il 50% dei professionisti che contrattualizzano viaggi aziendali ritiene probabile una progressione – un dato di molto superiore alla media nel Vecchio Continente -, qualche effetto Brexit s'insinua nel clima tendenzialmente ottimistico. "Aumenteranno i costi, visto che la sterlina favorisce le esportazioni, ma di contro cresce l'interesse delle acquisizioni di business dall'estero", perciò da una parte la metà dei travel manager si attende un traffico sostenuto, che contrasta con un cauto 17% dei viaggiatori concorde.

Adozione strumenti
In uno scenario globale così diversificato, che può lasciare perplessi nella misura in cui constatiamo come la percezione della politica internazionale impatti in modalità completamente diverse da Paese a Paese nonché all'interno degli stessi (in Turchia nessun manager teme riduzioni di viaggi d'affari, ndr), il fattore delle modalità di pagamento rende ancora più interessante il Travel management studi 2017 di Airplus. Nell'era della trasformazione digitale, lo strumento più utilizzato resta il bonifico bancario. "In Europa viene scelto dal 51% dei Tm (travel manager) e in Italia dal 42% – osserva Laschet -. Crescono rapidamente però le carte lodge (aziendali con addebito centralizzato) e quelle virtuali". In Italia le adozioni eccellono rispetto al confronto Eu: le prime sono usate dal 40% dei Tm e le seconde dal 28%, contro tassi di adozione di molto inferiori. L'anticipo di contante resta una pratica diffusa, nonostante la complessità di gestione, la scarsa sicurezza che lo caratterizza, la totale mancanza di analisi delle spese a fini previsionali di bilancio nonché di contrattazione durante il procurement. "Solamente il 38% degli intervistati in Italia, il 44% in Europa, afferma che la propria azienda non anticipa più denaro per le trasferte".
I provider di nuova generazione come Apple, Google e Paypal conquistano il settore per il 18% nel Belpaese, ma i contrari sono ancora tanti, circa il 37%. Eccezion fatta per le aziende con grandi volumi di spesa: queste ultime si avvicinano maggiormente ai servizi nati per il b2c nell'ambito dei pagamenti. "Le imprese che spendono di più in viaggi puntano alla 'consumerizzazione' dei propri programmi, in sintonia con i viaggiatori. Sono più aperte alla possibilità di collaborare con nuovi operatori". Infine, sul mobile: l'uso si diffonde, ma per spese personali e con più sprint dai Paesi emergenti. Vi ricorre il 91% dei cinesi, il 75% degli indiani e il 65% dei brasiliani, mentre l'Europa resta riluttante con appena il 28% dei viaggiatori per lavoro che paga attraverso i device in mobilità. "Il fatto di usarli per motivi personali aiuta a comprenderne i vantaggi e facilita la transizione nel contesto business", conclude Laschet.              

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