15,1 miliardi di euro di potenzialità inespresse. Sono le stime del Centro studi di Confindustria riferite al turismo in Italia e – più in particolare – ai volumi di spesa che i non-residenti potrebbero effettuare nel nostro paese qualora il comparto turistico trovasse la quadratura dal punto di vista della valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico.
Performance da migliorare
L’analisi di Confindustria compara la spesa dei non-residenti delle principali destinazioni europee: prima è la Francia (52 miliardi di euro nel 2014), seguita da Spagna (50), Germania (43) e, infine, Italia (35). “Va sottolineato – spiega una nota a corredo dello studio – che tali valori includono sia la spesa di viaggiatori a scopo di svago sia quelli per ragioni di business e che questo sicuramente penalizza l’Italia rispetto a paesi come la Germania e la Francia, dove centri finanziari o istituzionali (Francoforte, Parigi e Strasburgo) attraggono flussi di visitatori alto-spendenti da ogni parte del mondo per ragioni di affari”.
“Questi dati – prosegue la nota di Confindustria – lasciano trasparire ampi margini di miglioramento per la spesa dei non-residenti: se l’Italia eguagliasse la performance spagnola (che per capacità di accoglienza e prevalenza di viaggiatori per ragioni di svago è la più simile all’Italia), raggiungendo quindi una quota del 4,5% sulla spesa mondiale dei non-residenti, accrescerebbe gli incassi dei viaggiatori esteri del +42,8% (+15,1 miliardi di euro) rispetto ai risultati realizzati nel 2016”. Numeri rilevantissimi, per un settore turistico che già oggi in Italia vanta un contributo diretto al Pil del 4,2% (5,0% per l’occupazione) che – se si considerano anche gli effetti indiretti – sale al 10,2% (11,6% dell’occupazione).
Usa-Italia: storia di un amore
Lo studio del Csc pone poi l’accento sul rapporto tra Stati Uniti e Italia. Se la maggioranza degli statunitensi viaggia all’interno degli USA (55%) e il 35% sceglie di restare nel continente americano (Messico, Caraibi, Canada), tra le destinazioni oltreoceano l’Italia si posiziona prima attraendo il 4% di turisti, seguita da Francia (3%) e Regno Unito (3%). Tra le motivazioni di viaggio degli americani spicca la cultura, prima per numero di preferenze (28,4%) tra le ragioni di tipo non economico. Altri fattori che determinano le rotte degli statunitensi sono il clima (16,7%), la presenza di membri della famiglia nella meta di destinazione (15,8%) e la concomitanza di eventi a carattere culturale, sportivo o di altro genere (14,3%).
Gli americani svettano per acquisti sul mercato italiano (secondi con 4,7 miliardi di euro nel 2016), con una media di 1.166 euro di acquisti pro-capite e 135 euro per notte di soggiorno. L’alloggio è la prima voce di spesa (2 miliardi di euro), seguito da bar e ristorazione (1,1), shopping (0,8) e trasporti (0,4).