Capire le relazioni tra le aziende di turismo e blogger o influencer: questo è lo scopo di una serie di articoli che pubblicheremo su queste pagine, ascoltando le voci delle aziende e dei professionisti che hanno all’attivo progetti.
E’ il caso di Francesca Barbieri con Eden Viaggi e Veratour, per i quali ha raccontato la propria esperienza di viaggio nelle strutture dei due operatori. Due casi diversi e con finalità delicata il primo, poiché si svolgeva a Kos nell’estate dell’anno scorso quando l’isola greca soffriva della reputazione negativa per gli sbarchi degli immigrati. Più leisure il secondo, in Repubblica Dominicana con il t.o. romano, che è stato fra i primi ad avviare strategie di influencer marketing.
“Nel 2014, quando abbiamo iniziato il progetto ‘Inviato speciale’, non era esattamente un’aspettativa molto alta per un blogger raccontare la vacanza in villaggio – spiega il web marketing specialisti Veratour, Gerardo Grasso -. In questo senso abbiamo creato la tendenza, facendogli piacere questo tipo di esperienza di viaggio e da allora abbiamo collaborato con alcuni dei travel blogger più influenti”.
Da Manuela Vitulli, agli autori di ‘Mi prendo e mi porto via’, fino a Francesca Barbieri, in arte Fraintesa: 75mila visualizzazioni di pagina mensili (agosto 2017), una ventina di autori che collaborano. Una redazione? “Sì, da due anni è un’attività a tempo pieno e i collaboratori partono per il mio blog quando si tratta di temi in cui non sono esperta, come gli itinerari del vino, per fare un esempio”, spiega Barbieri. In Repubblica Dominicana è andata di persona e non era la prima volta con un t.o., in passato anche Phone&Go, Imperatore Travel “di cui a distanza di cinque anni mi è arrivata ancora una richiesta sul tour”. A dimostrazione che la famosa “coda lunga” del web esiste eccome. Mentre condivideva dal Canoa resort di Bayahibe il racconto della sua esperienza ha ricevuto in diretta messaggi privati, domande e commenti pubblici che ha reso noti a Veratour. “Non mi viene richiesto, ma lo faccio con le aziende con le quali collaboro per dimostrare l’engagement reale e che non ho follower finti”, osserva. Quello del coinvolgimento dei propri lettori è il fattore principale che le aziende considerano per scegliere blogger o influencer.
“Gli lasciamo totale libertà sui temi, controlliamo i loro lanci e post per monitorare i commenti – argomenta Grasso -. Per noi è importante aprirci a pubblici nuovi e quest’anno abbiamo anche avuto un ritorno di prenotazioni. Il fatto che fosse una persona esterna all’azienda, autorevole, a parlare bene dei nostri servizi ha generato non solo reputation positiva, ma un’azione concreta”.
Grasso sottolinea che l’a- zienda ora crede “in maniera stabile nell’influencer marketing” e dedica una percentuale significativa del budget di comunicazione. La struttura impiega cinque persone, che comprende esperti di social media, questi ultimi utilizzati in appoggio all’attività del blog e delle missioni dell’Inviato Speciale. Se il ritorno economico è misurabile? Diciamo di no per il fatto che è difficile unire agli strumenti di analisi dell’engagement i costi delle operazioni. “Abbiamo lanciato un tool che misura gli influencer (si chiama Social Influencer), ma non si spinge fino al calcolo del Roi – osserva Vincenzo Cosenza, digital stratgist di Blogmeter -; per farlo dovremmo conoscere gli investimenti dei progetti”. Ecco che lo strumento indaga sui blogger/influencer e ci dice della loro attività tra sito e social: quante interazioni sviluppano, i risultati delle campagne cui partecipano. “Nel turismo ancora non lo usa nessuno, è un settore arrivato tardi al coinvolgimento di queste figure per raccontare i propri prodotti, al contrario di fashion e beauty. Avendo interagito con le amministrazioni pubbliche delle destinazioni posso dire che spostare il focus della comunicazione non è stato facile per loro”. Ma oggi c’è più fermento: la concorrenza per attrarre più turisti, sia tra le città italiane sia verso quelle straniere, è molto accesa “le piattaforme sociali sono estremamente aperte – conclude Cosenza – chiunque ha ben compreso che per scegliere un viaggio è immediato andare su Instagram per ispirarsi, questo influenza le scelte dei consumatori e la strategia dei contenuti deve strutturarsi adeguatamente”.