Con l’addio al roaming internazionale “cambia lo scenario mobile”

L’ecosistema delle app legate al travel è ampio. Per avere un’idea della portata nell’Apple store l’8-10% delle app appartiene alla categoria travel, tolta quella dei giochi, che da sola rappresenta il 50%. Ad offrire uno spaccato di questo ecosistema è Pietro Ferraris, presidente Associazione Startup Turismo, che ne individua diversi filoni.

Uno di questi è quello delle app che offrono la possibilità di prenotare per esempio alberghi e voli. Sono numerose quelle che permettono di prenotare le esperienze. C’è poi il filone servizi e destinazioni, con realtà legate “ad un concetto di guida turistica, app che consigliano cosa vedere. Non vendono un servizio, ma forniscono contenuti e informazioni per il viaggio, danno info sulle mete – dichiara Ferraris a Guida Viaggi -. La pianificazione del viaggio è la loro value proposition”. Intanto, sul fronte delle esperienze prendono piede le segmentazioni, con app legate ad interessi particolari, per esempio lo sport (Sherwood) o chi viaggia con al seguito il proprio cane (Tripdoggy). 

C'è poi un aspetto messo in luce dal presidente dell'associazione che è interessante da prendere in considerazione ed è legato al discorso dell'addio al roaming internazionale, con il quale "cambia lo scenario mobile". In quanto "se prima l'utente medio doveva avere già tutto nel proprio device (cioè app già scaricate a casa per non dover pagare i costi del roaming, ndr) ora, invece, le app si possono scaricare come se si fosse a casa, nel proprio Paese. Il che ha avuto ed avrà un impatto forte (sul mobile)". Ferraris fa l'esempio della carta d'imbarco, prima doveva essere già scaricata, ora invece lo si può fare anche in loco. Un vantaggio non indifferente. s.v. 

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