Gli asset della strategia Burgio

Gabriele Burgio, a.d. del Gruppo Alpitour, può dirsi soddisfatto, a partire dal fatto che "il bilancio chiuso al 31 ottobre 2017 è il migliore di sempre. Un risultato raggiunto senza poter contare su destinazioni importanti come l’Egitto, la Tunisia e la Turchia e dovendo reindirizzare di corsa i clienti su altre mete", afferma il manager in un'intervista di Repubblica.

Tra i fattori che hanno concorso al risultato ci sono un "miglioramento del mercato che nel 2017, per la prima volta in dieci anni, è tornato a crescere e ad alcune scelte appropriate – commenta il manager -. Il nostro bilancio si è chiuso con una crescita dell’Ebitda di circa il 25% rispetto all’anno precedente attestandosi attorno ai 46 milioni". A crescere è anche il giro d’affari a 1.212 milioni, +6,7% sul 2016. 

Come ricorda il quotidiano, il 2012 è stato il primo anno di gestione Burgio. La ricetta Burgio vide la cessione di alcune attività, che non erano parte del core business (golf e turismo religioso) e il taglio di alcune spese ritenute inutili. Si ridusse il numero dei cataloghi inviati alle adv con un taglio dei costi di 3 milioni, si legge sul quotidiano. 

Burgio, però, non vuole chiamarla ristrutturazione, in quanto è stata una modernizzazione. "Alpitour – afferma – doveva essere in sintonia con i tempi che cambiano. Questa è come un’impresa della moda: anche noi abbiamo le stagioni e anche noi dobbiamo seguire i gusti della gente e magari anticiparli. La fortuna di questa azienda è avere al suo interno una serie di collaboratori bravissimi dotati di fiuto e grande esperienza".

Tra gli atout vi sono gli investimenti che il gruppo fa sulle piattaforme informatiche, mentre tra gli obbiettivi c'è quello di migliorare sempre di più il rapporto con le agenzie di viaggi. "Dobbiamo fare in modo che le agenzie si accorgano che è più facile mettersi in contatto con noi e acquistare i nostri viaggi invece di quelli degli altri. Non per nulla abbiamo assunto una quarantina di informatici".

Tra le operazioni, è recente l’ingresso di Asset Italia, promossa dalla Tip di Giovanni Tamburi che ha investito 120 milioni in Alpitour, aggiudicandosi il 32,6% del capitale. Il che ha permesso al gruppo di mettere in atto quattro acquisizioni nel settore alberghiero. Due sono state comprate, la prima in Sicilia, la seconda a Malta. Delle altre due strutture, a Zanzibar e in Madagascar, è stata rilevata la gestione. Operazioni del valore di circa 40 milioni di euro, che hanno portato un rafforzamento del marchio VOIhotels, che conta 17 strutture. La politica di acquisizioni messa in atto è la strada che sarà perseguita anche in futuro. Come spiegato dallo stesso manager, "uno dei concetti su cui lavoriamo molto è quello di essere sempre di più proprietari di quello che offriamo".

Vacanze, adv, alberghi ed anche aerei. Come si sa, il 18 dicembre da Milano decollerà il volo inaugurale del primo Boeing 787 Dreamliner in leasing con livrea Neos. I tre nuovi 787 Dreamliner occupano un posto ben preciso nella strategia Alpitour. "Intanto si tratta di aerei più veloci di quelli che abbiamo attualmente. E questo si traduce in un volo in più a settimana fra l’Italia e i Caraibi. Poi c’è un sensibile risparmio per quanto riguarda i consumi di carburante. Senza contare la possibilità di fare voli senza scalo in posti come il Cile o l’Australia grazie ad un’autonomia di 15mila chilometri", afferma Burgio, oltre ai vantaggi in termini di comodità per i passeggeri. 

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