Come sarà il settore turistico nel 2030? "Sarà dinamico, composito, mutevole, competitivo". La domanda? "Sarà più articolata, in aumento, diversa, globale ed esigente". A scattare la fotografia da qui a 12 anni il professor Domenico De Masi, sociologo del lavoro e autore dello Studio Turismo 2030.
In questo scenario il "viaggiatore futuro cercherà esperienze di qualità e complessive in cui poter attivare emozioni positive, autonomia, sentimenti, gioia", ma anche "utilizzo dei sensi e molta libertà". Esprime il sociologo, illustrando la seconda parte dello studio promosso dalla Commissione Turismo del M5S Camera.
Tra le domande che ci si pone vi è come evolverà il marketing? "Nel 2030 si impiegheranno strumenti di indagine con cui conoscere le diverse tipologie di turisti, mappare le risorse, promuovere il territorio, costruire holiday planning individuali, aggregare materialmente e digitalmente i segmenti del sistema".
Ciò che avverrà sarà un passaggio "dal marketing dei servizi a quello emozionale", a seguito di ciò "si punterà sulla costruzione di atmosfere, sulla testimonianza (presa diretta guidata da foto e video), sullo storytelling come narrazione puntuale e autentica dei luoghi. Si lavorerà sui desideri dei potenziali ospiti e sulla capacità di proporre nuove suggestioni".
Nei prossimi anni, "in termini di sfide di marketing – prosegue il professore enunciando quanto emerso dallo studio – ci si attende che i vari stakeholder del settore affrontino i seguenti punti". A partire da una "accentuazione del marketing digitale, in particolare uso strategico del web 3.0 e 4.0 e sue evoluzioni, l'utilizzo dei big data in una logica di segmentazione e di previsione, lo sviluppo delle strategie di brand, l'utilizzo dei dati di geo-referenziazione, la personalizzazione delle esperienze e delle offerte di vacanza, oltre allo sviluppo di strategie Crm e la capacità di gestione della domanda a livello sia nazionale sia locale in presenza di operatori digitali di grande dimensione".
La strategia che dovrà essere portata avanti dovrà essere "più efficace nel privilegiare i poli turistici di eccellenza, formare le professionalità, gestire le risorse. Inoltre – fa presente De Masi – i vecchi modelli di filiera verticale saranno sostituiti da modelli situazionali a volte temporanei, alcuni, orizzontali, altri a rete, altri ancora intrecciati. Si utilizzeranno nuove architetture informatiche per incrociare i dati sul piano metodologico e culturale. s.v.