L'inutilità dell'Enit e la creazione di un ministero con veri poteri, sono state le voci quasi comuni, emerse durante il convegno “Turismo Italia Proposte e Progetti per le elezioni politiche”.
L'evento organizzato al Senato è stato coordinato dal presidente dell'Osservatorio Parlamentare per il Turismo, Ignazio Abrignani. Parrebbe quindi che il futuro del turismo italiano non possa fare conto sull'Enit, almeno come è strutturato ora. L'Ente che dovrebbe essere preposto, per statuto, alla promozione all'estero del nostro Paese, per molti degli intervenuti al convegno, tra cui i politici che hanno presentato i loro piani per il turismo, ha fallito il suo compito.
Abrignani, che si è battuto per il referendum che prevedeva anche l'abolizione dell'articolo V, ha dichiarato che la competenza del turismo alle regioni è stato un fiasco e oggi più che mai si deve puntare su una promozione di tutta l'Italia, “perché – ha sottolineato – i grandi Paesi conoscono a malapena l'Italia, figuriamoci le singole regioni”. E le nostre orecchie hanno sentito ancora una volta che il turismo è un obiettivo primario nella nostra economia, che è necessario pungolare e creare attorno al turismo il necessario printing e che il Pil prodotto è fermo al 10% da anni e meriterebbe se non il raddoppio, almeno una crescita consistente. E ancora, che il nostro turismo non è di qualità, perché siamo solo settimi per marginalità.
Riforma strutturale
Il presidente di Federturismo Confidustria Gianfranco Battisti ha ancora una volta auspicato una vera riforma strutturale in grado di garantire efficienza e coordinamento con il settore privato per le scelte strategiche. “L'Enit – ha rimarcato il manager – non ha svolto appieno il suo lavoro, eppure dispone di 40 milioni di budget. Ha pagato sì gli stipendi al personale, ma non ha intercettato i viaggiatori del futuro, non ha strategia, non ha un piano di marketing. E' un fallimento, a fronte di un'Italia desiderata da turisti che dirottano però la loro scelta su altri Paesi. Ma la soluzione?” Per Battisti è una struttura di governo dedicata, sia essa un ministero con competenza diretta, ma che abbia soprattutto un portafoglio e che possa investire, spendere e promuovere.
Francesco Palumbo, direttore generale del Mibact, sicuramente più ottimista, ha fornito i numeri delle spese dei turisti (+6,8%) a fronte della crescita degli arrivi (+4,2%) e delle presenze (+5,7%). Ha ribadito che il prossimo governo non dovrà dimenticarsi del turismo, che va messo al centro delle politiche economiche. “Il turismo necessita di una politica industriale, ma anche di una policy pubblica. Uno degli obiettivi del piano strategico, in comune con il piano di Federturismo, è la valorizzazione del patrimonio culturale e la creazione di una nuova offerta a fronte di uno dei grandi problemi del turismo, che si concentra solo in alcune città. Dunque – ha sottolineato il manager – è indispen- sabile organizzare un'offerta diffusa delle città italiane meno note all'estero, ma che vantano luoghi di pregio e che rappresentano la nostra italianità. E' importante soprattutto che venga finanziata la tax credit in maniera costante a favore delle imprese”.