“Le istituzioni possono fare molto per agevolare gli investimenti alberghieri: questi sarebbero più fruttuosi se la politica fiscale allentasse la pressione”, così il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, che è tra i relatori di Tourism Investmnent lunedì 16 aprile a Milano.
La dimostrazione che il settore è favorevole alla riqualificazione a fronte di incentivi fiscali è stata offerta dai recenti programmi di tax credit, “anche l’ultimo dei quali, da 60 milioni, si è rivelato insufficiente”, osserva Nucara. “Un finanziamento da 200mila euro in tre anni interessa solo le piccole imprese – continua -, una maggiore attenzione a questi dettagli significherebbe una qualità del sistema molto migliore”.
Come noto, la legge di Bilancio 2018 ha prorogato fino al 2020 il credito d’imposta per il turismo, a sostegno degli interventi di ristrutturazione edilizia, abbattimento delle barriere architettoniche ed efficientamento energetico delle imprese, compresi agriturismo e stabilimenti termali.
Il bonus fiscale è di 60 milioni di euro per l'anno 2018, di 120 milioni di euro nel 2019 e di altri 60 milioni di euro nel 2020, fruibile in due quote annuali di importo uguale a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello nel quale le opere vengono realizzate. Il credito copre il 65% delle spese ammissibili.
Più dinamismo con i condhotel
Un’altra innovazione che Federalberghi interpreta positivamente è la nuova legge sui condhotel. “I due modi di usare lo strumento offrono opportunità per l’hospitality – spiega il d.g. -: nel primo caso, in cui parte dell’immobile alberghiero (il 40%) viene trasformato in unità abitative cedute a terzi, con l’obbligo di reinvestire le risorse nella riqualificazione, si apre a un pubblico più ampio la gamma dei servizi alberghieri tradizionali come la ristorazione, la reception e altri, mentre nel caso che siano investitori esterni ad affidare all’hotel la gestione degli appartamenti realizzati significa per gli albergatori aprirsi a nuovi mercati”.
In entrambi i casi s’instaurerà una indubbia vivacità sia di investimenti sia di management, tenendo conto che il recepimento italiano della legge consente anche di avere la parte residenziale nel raggio di 200 metri dalla struttura alberghiera.
Il disegno di legge ha impiegato 4 anni per essere portato a compimento, dal 2014 quando fu contemplato nel decreto “Sblocca Italia”. Ora le Regioni hanno tempo un anno – da febbraio 2018 – per recepirlo.