“Gravi preoccupazioni” sono state espresse questa mattina da Federalberghi in occasione dell’audizione presso le Commissioni Speciali di Camera e Senato in merito allo schema di decreto legislativo che recepisce la Direttiva Ue sui pacchetti turistici e sui servizi turistici collegati.
“Si tratta di una norma – ha dichiarato Federalberghi – nata male a Bruxelles e che rischia di essere ulteriormente peggiorata dal legislatore italiano".
La posizone degli albergatori, espressa anche di recente al Marsupio Day, da Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, è la seguente: "Il nostro primo obiettivo è quello di promuovere al meglio le destinazioni italiane, ampliando la gamma di servizi disponibili per la clientela. Abbiamo pertanto chiesto – ha aggiunto Federalberghi – che l’albergo possa offrire l’animazione, lo sport, la spiaggia, il benessere, lo skipass e tanti altri servizi, senza dover subire pastoie burocratiche e senza l’obbligo di avvalersi di intermediari. Lo stesso riteniamo sia necessario per ciò che riguarda i biglietti per l’accesso a parchi termali e parchi tematici, eventi e manifestazioni".
Il "famigerato" limite del 25%
Allo stesso tempo, Federalberghi ha evidenziato "i difetti insiti nel famigerato limite del 25%, criterio che penalizza gli alberghi che praticano i prezzi più bassi, determinando conseguenze illogiche. La stessa combinazione (ad esempio, camera d’albergo + biglietto del teatro) potrebbe configurare un pacchetto se venduta nel giorno della settimana o nel periodo dell’anno in cui il prezzo della camera è più basso, e viceversa”. Ricordiamo che il limte del 25% è relativo al servizio turistico collegato, il cui prezzo non deve superare tale limite rispetto alla tariffa alberghiera.
La contraddizione rilevata
“Ultimo, ma non meno importante – ha concluso la federazione degli albergatori – abbiamo segnalato una contraddizione relativa ai casi di insolvenza o fallimento di chi vende il servizio. La direttiva impone agli operatori di stipulare una polizza assicurativa che garantisca in tali casi il rimborso al cliente. Ma non c’è alcuna ragione per costringere gli albergatori a stipulare la polizza nei casi in cui il cliente non abbia pagato il prezzo in anticipo, cosa che oggi avviene nella gran parte delle prestazioni alberghiere, in cui il cliente salda il conto in albergo, all’atto della partenza”.
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