La conferenza annuale del Ciset ha fornito, come sempre, dati di indubbio rilievo. In particolare, la direttrice del Master veneziano, Mara Manente, ha messo in evidenza che è avvenuta un'ulteriore significativa crescita del turismo internazionale rispetto al 2016, che si è tradotta in 41,3 miliardi di valore aggiunto (considerando gli effetti indiretti e indotti).
L’incremento di ricchezza prodotta è pari al +6,5% reale, contro un aumento del Pil italiano di +1,5%. Le entrate per turismo internazionale, inoltre, trainano il settore e l’intera economia nazionale, con una dinamica appena superiore a quella dell'export complessivo: +7,7% contro +7,3%.
Focalizzando l’attenzione sull’economia turistica regionale, i benefici sono sempre polarizzati nelle prime 5 regioni turistiche (Lombardia, Lazio, Veneto, Toscana e, per la prima volta, Campania), che concentrano il 67% della spesa dei turisti internazionali ed il 62% del valore aggiunto turistico. Grazie alle buone performance di Campania, Puglia e Sicilia, le quote di spesa e di ricchezza prodotta dal turismo nelle regioni del Sud si consolidano, raggiungendo rispettivamente il 13% e il 16,6%.
Cultura, mare, vacanza verde
A questi risultati corrispondono performance territoriali differenziate, ma con alcuni tratti comuni: il trend decisamente positivo del fatturato generato dal turismo culturale tradizionale, che supera i 15,5 miliardi (+11,4%); la conferma degli ottimi risultati per il turismo balneare (5,5 mld di euro, +11%); la dinamica a due cifre per la vacanza verde, attiva ed enogastronomica (+11,7% del fatturato, che ha così superato il miliardo). Molto positivi, infine, anche i risultati per la montagna che, con 1,4mld di fatturato, registra nel 2017 un buon recupero dopo le difficoltà del biennio precedente.