Farinetti: “Dobbiamo pensare in grande”

La filosofia turistica di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e Fico, va di pari passi con la sua positività e voglia di fare tipici dell’imprenditore. E’ tutto un fuoco di artificio, un fiume in piena il suo intervento al  “Food & Wine Tourism Forum di Grinzane Cavour", organizzato ieri dall’Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero e ideato in coincidenza con l’Anno del Cibo Italiano.

“Il nostro Paese è condannato a fare turismo – ha sottolineato Farinetti – e siamo obbligati ad accogliere più turisti, una decisione che non prendiamo noi, ma che viene dettata da quel 70% di patrimonio artistico della terra che si trova nel nostro Paese, che ha anche la più grande diversità agroalimentare al mondo”.

Farinetti dà le cifre della crescita da lui ipotizzata: “Dobbiamo raddoppiare il numero di turisti stranieri in Italia e passare da 50 a 100 milioni. Come? Bisogna attrezzarsi per farlo. Se per l'Italia esiste una domanda spontanea, noi dobbiamo contribuire ad invitare i visitatori e poi accoglierli al meglio, decentrandoli”. Passa poi a parlare della sua esperienza con Fico, che lui definisce la rappresentazione della provincia italiana con tante aziende produttrici a rappresentare il territorio: “Dei tre milioni che portiamo solo 500mila sono stranieri, ma voglio averne 1,5 milioni il prossimo anno e quello dopo ancora 3”.

Parla di un “futuro pazzesco per il nostro Paese e di un potenziale altissimo per il mercato del vino, che a livello mondiale registra un giro d’affari di 60 miliardi di euro (metà del fatturato della Coca Cola)” e nei prossimi anni, quando Paesi come  India, Cina e gli stessi Paesi arabi inizieranno a bere, potrà sfondare "il tetto dei 150 miliardi". L’importante per lui è non incrementare troppo le produzioni e lavorare sul prezzo medio.

Ma l’obiettivo della sua presenza al forum è un altro, lanciare alla platea delle Langhe due proposte: “Creare un evento l'anno “mostruoso” facendo partire la comunicazione da una città megafono come New York, che coinvolga le più grandi star del mondo in occasione dell’apertura delle prime bottiglie di Barolo e Barbaresco. La seconda operazione, una volta che arrivano le star, è quella di far visitare loro i musei e far scoprire la nostra cultura”. A questo proposito avrebbe anche individuato il castello di Serralunga come sede di un grande museo dedicato al territorio “che faccia capire la terra, le persone, i prodotti del luogo”.

Farinetti ha già in mente una strutturazione: “Potrebbe essere diviso in tre parti dedicate a storia, geografia epersone e magari in una sala si potrebbe allestire una mostra temporanea con Picasso o Kandiski. Insomma – sottolinea – bisogna pensare in grande. E per questo è sufficiente mettere a budget qualche centesimo per ogni prodotto venduto”. Un ultimo avvertimento al settore: “Salvare il pianeta è la sfida dei prossimi anni, una sfida che permetterà di creare una valanga di nuovi posti di lavoro. Facciamo leva sul fatto che abbiamo il maggior numero di aziende biologiche, biodinamiche in Europa e il minor numero di frodi alimentari con ben 11 uffici di controllo”.  l.d.

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