Un contratto di viaggio unico da sottoporre ai viaggiatori. E’ il sogno di Ivana Jelinic che vuole presto trasformare in realtà. Spiega di “non aver mai alzato la testa dal momento della sua proclamazione”, la neo presidente Fiavet Nazionale, “non ho più vita privata, sono diventata il vostro ostaggio”, scherza ironicamente, ma è contenta così.
“Con i tour operator – spiega meglio – stiamo definendo un modello di contratto di viaggio e ci auguriamo fortemente che anche una parte del mondo agenziale possa condividere questa visione con i tour operator. Ci si dimentica troppo spesso – prosegue – di un attore fondamentale. Dobbiamo dare le giuste tutele al consumatore finale e quindi ci deve essere, a monte, un equilibrato rapporto tra tour operator e agenzie, rapporto che si riflette in condizioni contrattuali corrette”. E lancia l’appello: “Facciamolo insieme questo contratto di viaggio che valga per tutti”.
Quando la si interroga sul trend attuale delle vendite commenta: “Nei giorni scorsi ho fatto un po’ un giro di telefonate per scoprire il sentiment che gira per l’Italia da Milano fino alle principali città del Sud. In queste ultime settimane, diciamo negli ultimi 20-30 giorni, abbiamo assistito ad un rallentamento. I dati che abbiamo al momento ci riconfermano in testa per gradimento Sardegna, Puglia e Sicilia in Italia, mentre in generale va bene l’area del Mediterraneo con destinazione consolidate come Spagna, Grecia, Croazia, ma anche l’Egitto è tornato in modo importante e la Tunisia comincia a dare qualche segno positivo”.
Ad avere un ottimo riscontro è poi il comparto crocieristico, “con le settimane di luglio e agosto praticamente sold out. Buono il trend delle capitali europee, positive richieste per il Portogallo, mentre il lungo raggio si comporta a macchia di leopardo: sta andando meglio la Thailandia, e, per questioni climatiche, risponde meglio Seychelles rispetto a Mauritius, ad esempio”.
Sulla redditività in agenzia, la presidente afferma: “Mi auguro che le marginalità non calino ulteriormente. Il settore non ha bisogno di altre manovre in tema di politica, abbiamo bisogno di azioni ma non di peggiorare le condizioni con un aumento dell’Iva o altre manovre che risulterebbero estremamente negative”.
E in fatto di redditività introduce il nodo delle compagnie aeree: “C’è il tema delle carte di credito – sostiene – che sta creando grave preoccupazione nel settore, come dimostrano i casi di United, British… Un comportamento che ci lascia molto sconcertati, perché queste policy risultano arbitrarie e non certo lungimiranti. Stiamo portando avanti – conclude – un discorso congiunto con le altre associazioni di categoria ed è stato avviato un tavolo tecnico con British Airways. L’atteggiamento di questi vettori inasprisce i rapporti con la distribuzione e temo sia un’attività fortemente scorretta e lesiva del libero mercato, perpetrata ai danni di colui che rappresenta la sua rete distributiva”. l.d.