Sono sei gli assi attorno ai quali si sviluppa il primo Piano strategico del turismo del Veneto che nelle prossime settimane verrà adottato dalla Giunta, prima del passaggio in Consiglio: prodotti turistici, infrastrutture, turismo digitale, accoglienza e capitale umano, promozione e comunicazione, governance partecipata. Tre, invece, le peculiarità messe in primo piano dall’assessore regionale al turismo, Federico Caner: "Il piano ha dei principi di fondo precisi, il primo è l'innovazione che deve riguardare sia il prodotto, creando nuovi prodotti turistici, sia i processi che vanno riorganizzati per essere competitivi, con una particolare attenzione al tema del digitale. Il secondo è la trasversalità, la collaborazione tra filiere produttive del turismo. Dobbiamo puntare su The land of Venice come marchio di co-branding e packaging per far sì che venga utilizzato anche sulle produzioni agro-alimentari, collegando il territorio agli aspetti turistici. Il terzo è la realizzazione della carta fondamentale dell'accoglienza attraverso un progetto di accoglienza diffusa".
Nonostante questi obiettivi e questi propositi ben delineati, il piano sarà oggetto di aggiornamenti continui, tramite una governance partecipata. Un provvedimento necessario secondo l’assessore in quanto nell'ultima stagione estiva la costa veneta e il segmento termale hanno in parte risentito della ripresa di alcune mete turistiche straniere. "Un altro tema importante è quello dell'innovazione e della differenziazione dei prodotti turistici. Dobbiamo crearne di nuovi, dei club di prodotto, sfruttando i fondi comunitari – conclude Caner -. Infine, attenzione sul versante organizzativo: le Dmo e le Ogd devono fare un salto di qualità: non essere solo tavoli di concertazione, ma darsi una dimensione organizzata e operativa sul territorio”. Il Veneto sta affrontando un altro nodo cruciale per l’economia del territorio, quello delle crociere e degli scali a Venezia. Dal 2013 al 2017 la città lagunare ha visto calare il traffico del 21,4% perdendo 45 milioni di euro di spesa diretta. “È stata individuata Marghera come scalo per le navi più grandi, quelle che in futuro non potranno più entrare in San Marco, mentre quelle di lusso e ultramoderne continueranno ad approdare – spiega Pino Musolino, presidente dell'Autorità portuale -. Le crociere portano occupazione e il turismo ad esse collegato è più controllato del turismo low cost che invade la città. Il calo delle crociere in partenza da Venezia si è ripercosso su tutti quegli scali che hanno visto diminuire le toccate e di conseguenza la propria economia”. Se lo scorso anno è stato il peggiore per il comparto, quello che sta per chiudersi ha visto un recupero del 7% di quei croceristi persi negli scorsi anni.