Onnipresenza e touchpoint: le regole del travel

Coloro che all’interno del trade aspettavano delle buone notizie dal World Travel Market di Londra sono, in buona parte, stati accontentati. Primo: perché un’indagine di Global Ad Intel, Nielsen mostra che la pubblicità nel turismo vede l’Italia in crescita (+7,5%), seguita dalla Spagna e quindi anche le prospettive di business possono, potenzialmente, seguire un trend positivo. Secondo: perché Euromonitor ha confermato che, seppure in piena fase di sviluppo mobile, le vendite offline hanno performato bene e rappresentano ancora oltre il 50% del giro d’affari globale. Terzo: perché le destinazioni hanno affinato la capacità di valorizzarsi durante le varie stagioni dell’anno e i buyer internazionali riconoscono all’Italia un forte valore attrattivo. Su questo scenario apparentemente idilliaco permea però l’incognita del post Brexit, che potrebbe condizionare le scelte di vacanza degli inglesi e naturalmente bisogna riconoscere le opportunità che un sistema peer-to-peer offre al settore.
Intanto i dati di Euromonitor fanno registrare un +5% di traffico (arrivi inbound) globale per 1,4 miliardi di viaggi nel 2018 e, quel che più conta, i ricavi turistici sono attesi in aumento dell’11%. I viaggi domestici stanno avendo un exploit in Asia-Pacifico, dove sono attesi in crescita del 10% quest’anno per una spesa media che progredisce del 9%. Sul fronte del trasporto aereo, le compagnie di linea “registrano una crescita incrementale assoluta più forte delle low cost, grazie a prodotti e prezzi sempre più innovativi”, anche se queste ultime segnano un +7% di passeggeri, contro il +5 dei regular carrier e un +9% di crescita nel valore delle vendite, contro un +8%, ma su una base inferiore.

La ricettività
La categoria “ricettività” o, detta all’inglese, “lodging”, considerata in senso lato ha un’aspettativa di crescita del 6,1% nel 2018, con gli affitti a breve termine che incassano un +12,7%. “Da segnalare – spiega la ricerca – che il conto degli hotel rappresenta ancora il 73% delle vendite totali del settore ricettivo, con le strutture di lusso che registrano la performance migliore nella categoria alberghiera”. Nello scenario internazionale, l’Europa continua a mostrare la sua resilienza e guarda avanti, anche se il termine “overtourism” entrato ormai nel linguaggio comune, lascia ancora dei nodi irrisolti.
“Gli enti di promozione locale – commenta Euromonitor – stanno imparando ad attrarre il turista ‘giusto’ e stanno spostando l’attenzione dai volumi al valore incrementale prodotto da alcuni flussi”. Sport, avventura, wellness, tele e cineturismo le nicchie che vengono via via sempre più presidiate, perché “si tratta di turisti meno sensibili al fattore prez-zo e che garantiscono maggiori ricadute economiche sul territorio”.
L’approccio per attrarre i viaggiatori si è trasformato e termini come “engagement” e “loyalty” sono diventati il focus delle imprese turistiche. Come? “Sul mercato si assiste ad un fenomeno di onnipresenza, che garantisce ai brand di incrementare i touchpoint e far accrescere l’esperienza di viaggio al consumatore”. Tra i casi più emblematici citati dalla ricerca, c’è quello di Lufthansa, che ha introdotto iniziative come FlyNet, FlyingLab, o il contest che permette ai passeggeri di acquistare articoli di drogheria presso Rewe. In questo lavoro di “engagement” gli hotel giocheranno un ruolo privilegiato, come mostra il Gruppo AccorHotels, a cui sta ormai stretta l’etichetta che lo vorrebbe esclusivamente al servizio dei viaggiatori e che tende invece ad aprire le sue strutture alla comunità locale. Alla fine gli esempi che il settore vorrebbe seguire sono sempre i soliti noti: Amazon, Alibaba e Facebook, che basano la propria forza sui tanti touchpoint che rendono disponibili ai consumatori. Per questo anche strumenti come le app vengono studiati e introdotti proprio per agganciare il cliente e seguirlo passo passo nelle varie occasioni di acquisto.        

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