Per gestire le emergenze bisogna fissare con un occhio il presente e con l'altro il futuro. Bisogna coltivare la memoria, coordinare vari saperi, capire quel che serve, quando serve e quanto. Sono solo alcuni degli spunti emersi dall'incontro organizzato a Milano da Fondazione Pesenti e Speed MI Up sul tema "Grandi rischi. Sempre più emergenza".
La tavola rotonda, moderata da Nicola Saldutti del Corriere della Sera, è legata al progetto Shared e all'omonimo bando che premia startup con idee solide e realizzabili nel campo della gestione di calamità naturali e dissesti idrogeologici.
Titti Postiglione, esperta del campo e già a capo dell'Ufficio Emergenze della Protezione Civile, ha spiegato che l'emergenza fa parte di un ciclo più ampio. "Solo durante la fase acuta della crisi l'Italia intera si occupa di rischio, un po' come quando gioca la nazionale di calcio. E invece un'azione efficace deve integrare il momento di crisi con ciò che viene prima, ovvero previsione e prevenzione, e quel che viene dopo, la gestione dei danni. Dobbiamo essere per così dire strabici: guardare con un occhio all'immediato e con l'altro al lungo periodo". Postiglione ha spiegato che la Protezione Civile è un sistema che include pubblico, privato e cittadini. "La consapevolezza fa la differenza, il tavolo pubblico-privato deve funzionare prima e dopo la fase acuta. Il Friuli si è rialzato dopo il terremoto del 1976 perché stava già lavorando a un progetto di sviluppo e ha tramutato il sisma in un'opportunità".
Donato Masciandaro, professore ordinario di Economia politica in Bocconi, ha spiegato che il progetto Shared nasce dopo il terremoto ad Amatrice dell'agosto 2016. "Guardando i dati e le mappe del rischio sismico e del rischio alluvioni ci siamo resi conto che si tratta di un problema europeo, grave e strutturale. Bisogna prevenire e gestire unendo vari saperi, istituzioni nazionali ed europee, capitali pubblici e privati. E non dimenticare: coltivare la memoria è condizione necessaria affinché i disastri non si ripetano".
Carlo Pesenti, presidente della fondazione omonima, ha spiegato che la missione dell'istituzione che presiede "mira ad investimenti con impatto sociale. Il bando Shared è un primo passo per sostenere nuove idee e imprese e rendere le startup attività solide, con prospettive di sviluppo. Mi auguro che i vincitori riescano a dimostrare la convenienza della prevenzione".
Alvise Biffi, presidente di Speed MI Up, ha sottolineato che l'incubatore di Università Bocconi, Camera di Commercio e Comune di Milano "supporta le idee dei neo imprenditori, crea connessioni, aiuta nella gestione burocratica e nello sviluppo di competenze di management. Non offre solo un luogo di lavoro, ma anche il supporto di tutor della Bocconi".
Il bando ha lo scopo di facilitare lo sviluppo di startup innovative nel campo della gestione dei fenomeni naturali, proponendo nuove idee in termini sia di previsione, prevenzione e gestione dell'emergenza, sia di assistenza post emergenza. Il bando mette a disposizione un massimo di tre posti all'interno di Speed MI Up e copre i costi di sei mesi di incubazione. Le domande vanno presentate sul sito entro il 7 gennaio 2019.