Regole più stringenti per i giganti delle ricerche sul web, a tutela delle medie e piccole imprese, in primis quelle turistiche e alberghiere. E’ questo il frutto dell’intesa Ue sul nuovo impianto normativo che intende obbligare a una maggiore trasparenza le piattaforme online, da Skyscanner sino a Google ed Amazon ma anche Tripadvisor, Facebook e Apple Store, nei confronti delle aziende che le utilizzano per vendere prodotti o servizi ma anche dei consumatori che le consultano.
L'accordo tra Consiglio, Parlamento e Commissione Ue dovrà ora ricevere l'ok finale dei 28 e della plenaria di Strasburgo. Con le nuove regole, che riguardano in particolare le relazioni P2B (platform to business) di intermediazione online, i 'market place', i motori di ricerca e i comparatori come Skyscanner e TripAdvisor dovranno, nei confronti di hotel, rivenditori, ristoranti, compagnie aeree, sviluppatori di app spiegare le ragioni per la rimozione o la deindicizzazione di beni o servizi dai risultati di ricerca.
Le regole imporranno inoltre il divieto di chiudere account senza spiegazioni né preavviso, l'obbligo di fornire una descrizione dei parametri che determinano la rilevanza dei risultati e di mettere fine alle pratiche commerciali illegali. Tra gli altri paletti messi a tutela della trasparenza, la necessità di mettere in piedi un sistema di gestione delle dispute; dare alle imprese il diritto di recedere dal contratto con la piattaforma se vengono imposte nuove condizioni o termini d'uso inaccettabili. Le imprese avranno inoltre il diritto di fare causa collettivamente alle piattaforme se queste non sono in grado di gestire le dispute.
"Queste norme, le prime al mondo di questo tipo – ha spiegato la commissaria al digitale Mariya Gabriel – miglioreranno il rapporto tra imprese e piattaforme, rendendolo più equo e trasparente e, in ultima analisi, offriranno notevoli vantaggi ai consumatori".