"Abbiamo fatto un lavoro a quattro mani con i territori, per stilare un calendario di eventi che avesse un taglio diverso per Leonardo da Vinci e stimolare la creatività nella realizzazione di spettacoli, conferenze, mostre, per attrarre a fare un viaggio in Toscana e scoprire tutto ciò". Lo descrive così Leila Pruneti, responsabile promozione & marketing di Toscana Promozione Turistica, il lavoro fatto intorno alla figura di Leonardo per proporre una "rilettura del passato con gli occhi del presente, rendere le bellezze artistiche più fruibili attraverso i videogiochi, dando una nuova lettura a ciò che è già noto e conosciuto", sottolinea Pruneti che si rifà all'esempio dei siti etruschi, da leggersi come popolo contemporaneo.
La recente edizione di Bit è stata l'occasione, durante il convegno "Il destination management dalla scuola, all’aggregazione delle imprese, ai videogame", per far luce su questo nuovo modo di approcciarsi al territorio e alla storia, dibattendo sul futuro del marketing territoriale partendo dal ruolo di una professione emergente, il destination manager che lavora sulla scuola, sulle imprese e incontra nelle tecnologie digitali di “gamification” nuovi strumenti di promozione.
Giancarlo Dell’Orco, destination manager, viene dal mondo del tour operating, per lavoro si ritrova in Toscana e ha ideato un progetto attraverso alcuni istituti di scuola superiore. Con le scuole lui fa il "moderatore" con l'intento di far dialogare il mondo scolastico e le imprese. Crea contenuti, storytelling, porta la scuola sul territorio, nelle imprese, svolgendo un ruolo da "facilitatore", come lui stesso dice. Tra le sue attività rientra anche quello del videogame, "credo che sia necessario usare nuovi strumenti per attrarre flussi turistici che possono essere delle nicchie", asserisce Dell'Orco. A suo dire "esiste un mercato di viaggiatori-giocatori e una destinazione è considerata come un luogo dove cittadini e scuole devono partecipare alla creazione di contenuti. Servono figure che facciano da collante, mettendo insieme queste realtà". Così come fa il manager. Il suo intento è quello di "creare nel mondo della scuola i cittadini dell'accoglienza, saranno i futuri imprenditori del domani". Dell'Orco cerca di trasmettere un concetto di collaborazione dando "imput per il futuro". Il tutto seguendo una "didattica locale per far comprendere la ricchezza del territorio".
La forza del videogioco
A questo punto entra in campo Maurizio Amoroso, founder Entertainment Game Apps (Ega), che ha creato “Mi Rasna”, che nella lingua del popolo etrusco significa appunto “Io sono etrusco”. Come si è già avuto modo di scrivere su questa agenzia di stampa, si tratta di un videogioco che si è collocato tra i cento “di strategia” più scaricati in Italia. Come è stato detto, il videogioco è diventato un caso di gamification, cioè di insegnamento attraverso il gioco.
La sua forza è stata il fatto di essere riuscito a coinvolgere musei e territori di tre regioni, Lazio, Toscana e Umbria. I giocatori sono 10mila, agiscono nella dodecapoli etrusca per cercare reperti, che sono conservati nei musei.
Semplificando, i giocatori sono chiamati a rispondere a domande sul mondo etrusco, "in cambio – spiega Amoroso – ricevono soldi nel gioco, il che funziona tanto come meccanismo". Al punto tale che "in 7 mesi siamo riusciti a far visualizzare più reperti noi sul gioco che 20 musei in Toscana in tre anni". E quanto asserisce Amoroso è frutto di ricerche fatte sul campo. Per la precisione sono stati visualizzati 50mila reperti attraverso la risoluzione di 100mila quiz e 50mila puzzle sulla storia etrusca.
Inoltre, "grazie al fatto che nel gioco sono presenti degli elementi geolocalizzati, in 8 mesi abbiamo portato 2.500 persone nei vari musei, il che non è poco, considerando anche che questo non è il nostro target. Il nostro core business è fare il gioco, che sta andando molto bene". Amoroso ha fatto un passo in più: "Abbiamo anche stretto accordi con poli museali ed abbiamo deciso che il 3% che guadagniamo lo destiniamo per il patrimonio etrusco, per investire sul territorio una parte di ciò che il territorio ci ha dato".
Una catena virtuosa, quindi. Potere del mondo etrusco, la cui storia misteriosa una volta approcciata affascina e tiene legati a sè chi la vuole conoscere, potere di un'intuizione innovativa sul fronte della promozione e di uno strumento che ha saputo catturare in modo giusto l'attenzione del pubblico. Si apre una nuova strada per fare promozione. s.v.