Sessantacinque anni e non li dimostra. Ovvero, li esprime tutti nella professionalità e nella maturità dell’offerta ma li stempera in una frizzate vocazione social che rappresenta l’anima della nuova campagna ispirata all’esperienzialità legata alle parole del fondatore Marcel Tilloy: “L’albergatore, il ristoratore, devono lasciar parlare il cuore”.
È Relais & Châteaux, rete mondiale che raccoglie 580 associati in oltre 60 Paesi: 100 ristoranti senza camere (2 o 3 stelle Michelin, o equivalenti) e 80 hotel, relais e resort. Nell’insieme, il più grande network di chef al mondo con 760 ristoranti (molti hotel hanno più d’uno) per un totale di 380 stelle Michelin.
In Italia sono 49 le dimore associate: 38 hotel e 11 ristoranti. Quattro i nuovi ingressi: Taverna Estia, 2 stelle Michelin a Brusciano (NA), il ristorante della famiglia Sposito, Le Calandre, 3 stelle Michelin a Sarmeola di Rubano (PD) e Quadri, 1 stella Michelin a Venezia, con i quali i fratelli Raffaele e Massimiliano Alajmo tornano in R&C, e Hotel Plaza e de Russie a Viareggio (LU), hotel storico in città, di proprietà del gruppo Soft Living Places della famiglia Madonna (proprietari anche dell’Hotel Byron di Forte dei Marmi), con ristorante stellato. L’hotel riaprirà in giugno dopo un progetto globale di ristrutturazione che lo porterà ad avere 5 stelle e un ristorante affacciato sul mare.
“La chiave del successo di Relais & Châteaux? La nostra autenticità capace di emozionare”, spiega Philippe Gombert, presidente internazionale del network e proprietario di Chateau de la Treyne (Lacave, Francia) che, rieletto per la seconda volta nel 2017, presiede il comitato esecutivo composto da altri proprietari e maitre de maison che rappresentano 30 Paesi.
“I viaggiatori Relais & Châteaux sono alla ricerca di luoghi caratteristici, che proteggono e tramandano la cultura locale. Luoghi che permettano di ritrovare il benessere del corpo ma anche dell'anima, di vivere bene e di mangiare bene, ma anche luoghi che offrano la possibilità di assaporare incontri genuini, diretti e inusuali. L’Associazione ha scelto di dare forma all’impegno che la contraddistingue dalle origini, diventando un vero e proprio movimento per la protezione dell’ambiente, della storia e delle tradizioni dei luoghi in cui è presente. Una presa di coscienza che tutti gli associati hanno accettato sottoscrivendo all’Unesco un Manifesto in venti punti chiave intorno ai quali ciascuna dimora declina le proprie iniziative di carattere locale: sostegno ai piccoli produttori, valorizzazione delle specialità del territorio, attività di supporto allo sviluppo delle comunità, sostenibilità. In questo percorso anche la cucina salutare ed etica, rispettosa delle risorse e delle stagioni”.
“Facciamo dell’eccellenza il nostro standard – prosegue – “creating delicious journeys”. Luoghi straordinari in cui vivere momenti unici coccolati da tutte le attenzioni. Vogliamo fare scoprire ai nostri ospiti la meraviglia di ciascun luogo e tutte le nostre dimore rappresentano il top, dove il valore assoluto è rappresentato dal fattore umano, con tutta la capacità di accogliere declinata in 580 modi e personalità diverse”. p.o.
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