L’asset prezioso dei progetti di riqualificazione

Muta forma il settore immobiliare dedicato agli investimenti legati all’hôtellerie, andando a focalizzare i propri interessi anche su patrimoni di real estate finora non considerati.
“La crescente penetrazione delle catene alberghiere e l’interesse degli investitori istituzionali verso investimenti immobiliari in hotel – spiega il direttore generale di Cassa Depositi e Prestiti Marco Sangiorgio – confermano il trend di trasformazione del settore in Italia in un mercato più liquido e professionale. Il Gruppo Cdp, tramite il Fit gestito da Cdpi Sgr, è stato uno dei primi soggetti in Italia a istituire un fondo di investimento immobiliare dedicato al settore del turismo con l’obiettivo di veicolare un numero sempre maggiore di investitori istituzionali e risorse verso questa asset class strategica per l’economia italiana. Il gruppo promuove e supporta un modello di crescita sostenibile, in partnership con i gestori alberghieri, basato sulla separazione tra proprietà immobiliare e gestione in un settore che può generare un impatto fortemente positivo sul territorio, in particolare nel Sud Italia e in località secondarie ad alto potenziale turistico”.
Sono due, per esempio, i progetti di investimento di Sistemi Urbani, società del gruppo FS nata dieci anni fa.
“A ridosso delle stazioni di Venezia Mestre e di Roma Tiburtina – spiega Umberto Lebruto, amministratore delegato della società – potranno essere realizzati edifici di tipo ricettivo dotati del vantaggio di una mobilità efficace e intermodale. Il piano è riuscire ad avere nel centro delle città nuovi hotel in adiacenza alle fermate dell’alta velocità. La società di Fs italiane è infatti una real estate proprietaria di aree di migliaia di metri quadrati attorno alle stazioni, che hanno quindi il vantaggio della centralità, ma che, in mancanza di un’adeguata rigenerazione, rappresentano per i comuni una frattura in ambito urbano. Il nostro compito è di valorizzare queste aree. In Italia abbiamo un patrimonio da due miliardi di euro, e tutto senza costruire, rigenerando ampie parti delle nostre città: un vantaggio per il Paese ma anche per chi investe”.
“Anche l’Agenzia del Demanio – precisa il direttore Riccardo Carpino – in considerazione dell’ultima legge di bilancio che prevede un consistente piano di dismissione del patrimonio pubblico, è chiamata a mettere in campo una nuova capacità di individuare il portafoglio che, non essendo necessario al funzionamento della macchina statale, può essere destinato a migliore utilizzazione attraverso l’immissione sul mercato e l’inve- stimento privato. Tra l’altro, le risorse economiche convogliate sull’investimento, oltre a rigenerare l’immobile, hanno ricadute positive anche sul territorio di riferimento e sulla sua capacità attrattiva”.
“Il mercato italiano ha bisogno di un rinnovamento del suo stock, sia in termini di uffici sia di hotel. Per cui si cerca di realizzare prodotti nuovi e moderni, acquistando immobili vuoti da valorizzare attraverso una ristrutturazione”, aggiunge Paolo Crisafi, direttore generale di Assoimmobiliare. “L’attività degli investimenti sta tornando verso volumi più in linea con la realtà del mercato italiano. I principali attori sul mercato nazionale rimangono stranieri, anche se in misura minore rispetto ad altri anni”.
“Tutto il segmento del non residenziale ha sofferto molto in questi dieci anni di crisi. Il settore delle costruzioni è cambiato rispetto al passato e a tenere vivo il mercato sono soprattutto gli interventi di riqualificazione. Per ogni progetto, però, è oggi necessario passare attraverso le forche caudine di un iter autorizzativo che va snellito. Per far ripartire gli investimenti serve meno burocrazia”, conclude Gabriele Buia, presidente dell’Ance.               

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