“Il cliente non guarda più solamente il contesto immobiliare ma quello che c’è intorno. In Italia abbiamo la fortuna di una condizione unica con grande differenziazione tra un paese e l’altro, situazioni che cambiano completamente nel percorrere pochi chilometri. Un patrimonio, quello dei borghi, che va rivisitato anche sulla scia della tendenza urbana di vedere la città come un insieme di quartieri distinti, com’è inteso nel nuovo Pgt di Milano”.
Vincenzo Albanese, founder e ceo del player real estate Sigest, ha presentato così ieri a Milano il libro dal titolo “Borghi rinati. Paesaggi abbandonati ed interventi di rigenerazione” a cura di Carlo Berizzi e Lucia Rocchelli, edito dalla casa editrice Il Poligrafo. Il testo nasce da un’idea di Sigest e ha preso forma grazie alla ricerca di Aim, Associazione interessi metropolitani, storica associazione culturale milanese, sulla suggestione della Biennale di Venezia 2018 con l’allestimento del Padiglione Italia denominato “Arcipelago Italia. Progetti per il futuro dei territori interni del Paese”, firmato da Mario Cucinella e promosso dal ministero per i Beni e le attività culturali.
“Borghi rinati”, argomento di grande interesse turistico, affronta lo spopolamento dei centri minori, attraverso una diversificata selezione di casi studio, identifica le azioni di difesa dall'abbandono messe in pratica in alcuni piccoli centri, e al contempo studia gli interventi che hanno innestato nuova vita nei borghi già spenti. Quella delle piccole città è infatti un’Italia in cui vivono 10 milioni e mezzo di cittadini e che rappresenta oltre il 55% del territorio nazionale, dove sono situate zone di pregio naturalistico, parchi e aree protette.
“Le nuove tecnologie digitali – ha detto Albanese – offrono infinite modalità di vivere, lavorare e abitare e offrire spazi turistici, consentendo di immaginare soluzioni innovative per il recupero e la rivitalizzazione delle piccole realtà”.
“Se da un lato il fenomeno della crescita delle aree urbane sembra destinato ad aumentare nei prossimi decenni, dall’altro i centri minori presentano ancora oggi una serie di valori che le più avanzate città metropolitane perseguono a fatica con investimenti importanti e attuabili nel tempo”, ha commentato Carlo Berizzi, presidente Aim. “La vita nei borghi rigenerati può infatti rappresentare un modello slow da contrapporre allo stress della città globale, un uso sostenibile delle risorse locali, un’interdipendenza tra produzione agro-silvo-pastorale e cura del territorio, uno stile di vita socialmente condiviso e sano”.
Marzia Morena, docente del Politecnico di Milano, ha concluso sollevando il problema delle infrastrutture, conditio sine qua non per il recupero, e degli investimenti “per i quali occorre certezza dei tempi concessori. Strumenti finanziati diversi possono attrarre anche piccoli investitori, stranieri e no, interessati al real estate di dimensione contenuta”. p.o.