"Voglio fare quello che mi ha chiesto il settore: il ministro del Turismo": così il ministro Gian Marco Centinaio si rivolge alla platea di imprese e istituzioni presenti al convegno dell'Osservatorio parlamentare per il turismo.
"Quando ero nella sfera privata ero abituato a fare strategia, ma oggi per lavorare nel rispetto delle regole ci sono ritardi nella gestione, si perde tempo per portare a casa i risultati con la macchina burocratica". Centinaio spiega quindi le sue ragioni in una continua ricerca di competenza. "Mi hanno accusato di essere autoreferenziale perché nel cda dell'Enit ci sono persone del mondo del turismo, ma al Senato, quando sono entrato, c'erano due soli parlamentari di settore: un po' poco per il 'petrolio' del Paese". Il ministro ha poi affermato di voler proseguire in questa direzione nominando persone esperte per il turismo accessibile, così come nel comitato permanente per il Turismo "proprio perché non sono infallibile".
Si sofferma inoltre sulla questione del titolo Quinto, sollevata con accenti polemici in diversi interventi. "Anche io ho il sogno di un ministero del turismo, ma sarebbe sciocco, in queste condizioni istituzionali; non è sicuramente anticostituzionale nominare un ministro, ma significherebbe creare un doppione, il mio ruolo è aiutare le regioni lavorando tutti nella stessa direzione, dando risposte su quello cui stiamo lavorando coordinandoci, ad esempio, per un codice identificativo nazionale". "Sfido chiunque – ha proseguito – ad andare a trattare con le multinazionali con venti codici diversi".
"La promozione deve portare fuori il sistema Italia, e quindi le stesse regole devono esserci per la classificazione alberghiera: non siamo venti Stati, ma venti Regioni che si coordinano con lo Stato" .Infine il ministro ha toccato il tema della formazione, soprattutto negli istituti superiori.
"Il settore ha bisogno di persone competenti che abbiano scelte di vita pianificabili, per cui servono programmi adatti". È stata quindi lanciata dal ministero una task force sulla formazione che entro fine anno avrà un momento di confronto con gli attori del comparto per rilanciare il settore.
"Non penso di essere un asino né di essere un fenomeno – ha concluso Centinaio -, credo solo che chi riveste il mio ruolo debba essere dalla parte degli operatori del settore nel rispetto del piano strategico, portando avanti le idee che lo animano: turismo alto e segmentazione dell'offerta per destagionalizzare e combattere l'overtourism". L'ultima stoccata è per la polemica odierna sull'ipotesi di tassa di ingresso a Firenze. "Sono contrario alle tasse di ingresso e di soggiorno, ma adottare una balzello come se fossimo a Frittole nel film di Troisi e Benigni, significa aprire una guerra tra Enit, che investe per promuovere, e enti locali che scoraggiano gli arrivi". l.s.