L’industry dei poli commerciali attiva valore lungo il sistema economico nazionale per quasi 140 miliardi di euro, con un impatto occupazionale che supera i 780.000 occupati. Questi i principali risultati dell’analisi “Industry dei Poli Commerciali in Italia. Tra filiera e ruolo sociale” curata da Nomisma per conto di Cncc Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali. Lo studio condotto da Nomisma ha consentito di mappare e dimensionare le caratteristiche dei Poli Commerciali, con approfondimenti relativi alla capacità di attivazione socio-economica e al ruolo sociale e relazionale che distingue sempre più l’industry.
I numeri
Nel 2018, alle 1.254 strutture presenti in Italia (1.020 delle quali sono centri commerciali, 181 parchi commerciali, 30 outlet center, 23 leisure center) sono collegati 71,6 miliardi di fatturato diretto (netto Iva) – pari al 4% del Pil italiano, 587.000 posti di lavoro e un contribuito al gettito fiscale per 27,8 miliardi di euro.
Il percorso di ricerca targato Nomisma ha messo in evidenza la rete di relazioni e rapporti di fornitura che caratterizza l’industry dei poli commerciali e che consente di estendere gli effetti dell’attivazione economica e sociale lungo tutta la filiera.
Per far fronte ad un fatturato diretto di 71,6 miliardi, l’industry ha acquistato beni e servizi attivando rapporti di fornitura per ulteriori 54,1 miliardi, che si sono tradotti anche in 159.000 posti di lavoro addizionali.
Gli impatti diretti e indiretti descritti hanno originato reddito addizionale distribuito agli occupati coinvolti – in modo diretto o indiretto – nella filiera per un valore di 13,4 miliardi di euro [effetto indotto]. La capacità di attivazione complessiva dei poli commerciali – sottolinea Nomisma – si attesta quindi a 139,1 miliardi di euro e genera 783.000 occupati.
Il posizionamento
Le attività di mappatura dell’industry non si sono limitate a valutare il ruolo propulsore dei poli commerciali per l’economia italiana e il mercato del lavoro, ma sono state arricchite da una fase di ascolto della popolazione finalizzata ad indagare il posizionamento dei centri commerciali nelle abitudini degli italiani. Senza perdere la loro funzione core, ossia quella degli acquisti si configurano sempre più come social hub, luoghi di aggregazione e socializzazione in cui trascorrere il tempo libero e fruire di servizi accessori. Per l’83% dei regular user, infatti, il centro commerciale diviene un luogo in cui trascorrere il tempo libero guardando vetrine e curiosando tra le offerte, il 38% usufruisce anche delle proposte enogastronomiche presenti nella galleria.
Nella definizione del nuovo ruolo dei Centri Commerciali, è importante anche il posizionamento che stanno acquisendo come attrattori turistici: non solo il 69% degli italiani ha frequentato un centro commerciale durante le sue vacanze, ma per il 42% la visita ad un centro commerciale o outlet lontano dal luogo di residenza è addirittura la motivazione principale per cui si organizza un viaggio o una gita in giornata.
La ricerca
“Abbiamo commissionato questa ricerca a Nomisma affinché emergesse concretamente, anche nei numeri, l’importanza strategica dell’industria dei centri commerciali, retail park e factory outlet. Credo che i risultati emersi parlino da soli, in termini di occupazione generata su tutto il territorio nazionale (2,3% dell’intera forza lavoro nazionale), con una particolare attenzione ai giovani ed alle donne, incidiamo per il 4% in termini di contributo complessivo al Pil italiano – sottolinea Massimo Moretti, presidente Cncc – e non ultimo sosteniamo imposte annue per circa 27,8 miliardi di euro. Ma se l’importanza economica del nostro settore (diffuso su tutto il territorio nazionale, anche nelle zone più disagiate, non si dimentichi) è acclarata, colpisce anche l’impatto sociale dei centri commerciali nelle vite dei nostri concittadini. Mediamente ogni giorno fra i 4 e 6 milioni di italiani visitano un centro commerciale e, cosa importante, lo fanno in compagnia (con la propria famiglia o con gli amici per il 79% degli italiani): siamo le nuove piazze dove le persone amano incontrarsi e stare insieme con i propri cari”.
I centri commerciali sono diventati un punto di aggregazione per i cittadini che hanno identificato in essi, non solo un luogo dove fare acquisti, ma anche un hub dove vivere esperienze e passare momenti di intrattenimento. "La survey Nomisma – condotta su oltre 1.000 persone che hanno frequentato i centri commerciali nell’ultimo anno – ha indagato in profondità il ruolo relazionale che i poli commerciali svolgono per e nei territori in cui sono presenti. Quel che ne emerge è un unanime riconoscimento della capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini, non solo tramite l'offerta commerciale, ma anche attraverso la proposta di eventi e di servizi accessori fruibili ad orari flessibili – punto di forza per il 70% degli user dei centri commerciali – e in tutti i giorni della settimana”, spiega Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma.
Nasce l'esperienza centro commerciale
“La fruizione del Centro Commerciale – ha dichiarato Massimiliano Panarari, sociologo della Comunicazione presso l’Università Luiss di Roma – si configura, nell’epoca della ricerca esperienziale, come un’attività completa e integrata, e una modalità di utilizzo del tempo libero che può essere ricca e soddisfacente. Precisamente quella che possiamo chiamare l’esperienza centro commerciale e che, pur trovando ovviamente nello shopping un perno fondamentale, ormai da tempo lo supera e lo integra. In un Paese come il nostro, dove i consumi sono stati a lungo oggetto di disapprovazione da parte di culture politiche e sociali, il centro commerciale va letto nei termini positivi della generazione di nuovi legami relazionali e della messa a disposizione di servizi a valore aggiunto e facility, soprattutto in certe aree svantaggiate dal punto di vista logistico e dei servizi, e per certe fasce di popolazione che vanno dagli anziani ai giovani. Nell’esperienza centro commerciale si ritrova, inoltre, non l’omologazione – come dicono i suoi detrattori – quanto invece una forma di riconoscibilità rassicurante che, pur nella diversità architettonica e di struttura, rende più facile e concentra in un luogo immediatamente comprensibile la fruizione del tempo libero delle persone. La familiarità, quindi, diventa un altro pilastro dell’esperienza centro commerciale”.
E il turismo?
Da qui si dipanano anche una serie di riflessioni che possono interessare il mondo del travel, a partire dal fatto che i centri commerciali sono anche luoghi dove si aprono agenzie di viaggi, ci si interroga quindi su che ruolo possa avere il turismo? Cercheremo di sviluppare questo punto prossimamente.