"Le rapine non si fanno più in banca ma sul web, dobbiamo incrementare gli standard di sicurezza delle piattaforme online portandole ad un livello europeo". Lo afferma il presidente dell'Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento, Maurizio Pimpinella, a proposito dell'attacco informatico subito da Grandi Navi Veloci. "Gli hacker vedono nel settore del turismo un punto debole e gli italiani iniziano a fidarsi più delle piattaforme di e-commerce straniere che di quelle italiane. C'è bisogno di maggiore formazione ed informazione sia per gli addetti ai lavori sia per i consumatori", prosegue Pimpinella, ricordando che "già in un incontro con gli operatori del turismo del 2018, tenuto con gli esperti del nostro Centro Studi, avevamo sottolineato le criticità del settore".
"Se da un lato il cittadino titolare di una carta di pagamento si sente sicuro dell'utilizzo presso i punti vendita tradizionali, nel settore del turismo manca questa percezione e le persone diffidano spesso dell’uso delle carte di credito, preferendo le carte prepagate, in particolar modo quando si rapportano ai call center e devono comunicare il codice di sicurezza via telefono", dichiara Pimpinella.
"Bisogna, quindi, aumentare il livello di fiducia degli italiani e sono convinto che, in tal senso, lo standard Pci Dss (Payment Card Industry Data Security Standard) possa essere di grande
aiuto. Mostrare ai propri clienti che il sito di e-commerce, quello dell’hotel presso cui stanno prenotando o quello dell’agenzia viaggi contattata sono Pci Dss compliant, può trasmettere un
messaggio molto chiaro: 'Proteggiamo i tuoi dati con i più alti standard di sicurezza'. Quanto avvenuto, non deve, però, inficiare la fiducia nei pagamenti elettronici – mette in
guardia Pimpinella -. Alla prova dei fatti, è molto più difficile sferrare un attacco cibernetico nei
confronti di un operatore finanziario, realtà con livelli di sicurezza infinitamente più elevati per
quanto concerne le procedure di pagamento, rispetto ad agenzie viaggi, hotel, call center ed altri
operatori turistici".
Al presidente A.p.s.p. fa eco l'esperto di sicurezza informatica e componente del Centro Studi dell'associazione Amedeo Lupinelli. "Il rischio reputazionale che si corre non va sottovalutato soprattutto in un momento storico in cui la tecnologia diventa sempre più determinante nel processo di vendita del prodotto turistico". Tra l'altro, prosegue Lupinelli, "oggi nel dark web si sta verificando una crescente compravendita di dati personali e delle carte di credito e purtroppo molte di questi vengono sottratti in modo fraudolento proprio dal settore turistico. Bisogna continuare con l'informazione e mantenere alto il livello di attenzione per impedire che casi simili si ripetano ancora".