“La nostra priorità è lavorare sulla notorietà della destinazione, affinché Adelaide e il South Australia vengano sempre inclusi negli itinerari di chi organizza un viaggio in Australia”. E’ questa la sfida principale per lo stato centro-meridionale del paese dei canguri secondo Brent Hill, Marketing Director di Satc – South Australian Tourism Commission.
Una missione che parte da un assunto molto realista, che coinvolge anche il ruolo del trade e che il manager riassume così: “L’Australia non è una destinazione facile, e per vincere le resistenze del mercato è ancora fondamentale lavorare a stretto contatto con gli operatori, i t.o. che programmano la destinazione e le agenzie che si interfacciano con i viaggiatori”.
L’importanza del trade
Quanto agli strumenti per raggiungere l’obiettivo, Hill cita “formazione, organizzazione di educational e investimenti congiunti in marketing per la promozione della destinazione: sono i tre capisaldi della nostra strategia, che vede il trade protagonista. Anche la stampa tradizionale e gli influencer sono un target fondamentale attraverso cui raggiungere il consumatore finale, e le pubbliche relazioni continuano ad occupare un posto prioritario nella nostra strategia di promozione in Italia e, più in generale, in Europa. Complice l’ampliamento delle connessioni aeree, il messaggio con il quale ci presentiamo è il ruolo chiave di Adelaide come porta di accesso privilegiata al sogno australiano, la prima tappa di un viaggio entusiasmante che anticipa tutte le promesse del continente e può proseguire verso qualsiasi altra destinazione il viaggiatore desideri”. Far conoscere la destinazione come primo passo, quindi. “Adelaide – osserva Hill – è oggettivamente meno nota rispetto a Sydney e Melbourne, e anche il nome ‘South Australia’ non è immediatamente riconducibile a quello di uno stato: molti credono ancora che si tratti di una indicazione geografica generica, come ad esempio ‘Europa del Sud’. A fronte di una generale riduzione della durata dei soggiorni in Australia, per assicurarci che i viaggiatori continuino a scegliere di fare tappa ad Adelaide e nel South Australia – oltre alla brand awareness – è necessario mantenere alta la competitività dei nostri prodotti turistici, facendo leva su ciò che rende la nostra offerta unica: il binomio di cultura e natura selvaggia alle porte della città, il buon cibo e gli eccellenti vini, un calendario ricco di eventi tutto l’anno”.
Arrivi: Italia da record
I dati dicono che nel periodo aprile 2018 – marzo 2019 il South Australia ha registrato 457.000 visitatori internazionali, con un totale di 11.043.000 pernottamenti.
“I paesi dai quali abbiamo registrato il maggiore numero di visite sono, in ordine di importanza, la Cina (14,4%), il Regno Unito (13%), gli Stati Uniti (10,7%) e la vicina Nuova Zelanda (9%). Nonostante una contrazione generale delle visite nell’ultimo anno (-9%), l’Europa resta il primo continente di origine dei turisti in South Australia (35,5% dei flussi turistici totali)”. E l’Italia? “Tra gli stati europei, occupa il terzo posto (con il 3%) dopo il Regno Unito e la Germania, e si è affermata a inizio 2019 come il mercato di provenienza con il più alto tasso di crescita: +34% rispetto all’anno precedente. Per questo la South Australian Tourism Commission ritiene strategico continuare ad avere una rappresentanza sull’Italia, riconosciuta come mercato chiave anche dagli operatori locali”.
Quanto alle preferenze dei turisti tricolori, e detto che “i t.o. con i quali stiamo lavorando in modo particolarmente continuativo e proficuo in Italia sono Discover Australia, Viaggidea, Naar e Go Australia”, il viaggiatore italiano “non si ferma ad Adelaide ma prosegue il suo viaggio includendo anche Kangaroo Island oppure i Flinders Ranges. Anche i self-drive tra Adelaide e Melbourne sono in crescita. Il nostro obiettivo è continuare ad investire sul mercato italiano sia per estendere il numero di notti sia per incrementare la spesa turistica, aumentando ancora la quota di viaggiatori che sceglie di proseguire il loro viaggio verso i Flinders Ranges e l’Outback, percorrendo la Explorers Way che collega Adelaide a Darwin, oppure i paesaggi rocciosi mozzafiato dei Gawler Ranges”.
Tra canguri e buon vino
E se la classifica delle destinazioni più gettonate vede prevalere Adelaide, Kangaroo Island, la Barossa e la Clare Valley – tra le più rinomate regioni vitivinicole al mondo – Hill cita come attrattore che più di tutti è ancora da scoprire “i Flinders Ranges e l’Outback del South Australia, a sole cinque ore di macchina da Adelaide, oppure raggiungibili con un breve volo interno. Sono ancora un gioiello poco battuto dalle rotte del turismo di massa: oltre ad essere tra i più suggestivi e spettacolari paesaggi del continente, sono il luogo ideale per scoprire la storia aborigena e osservare la fauna selvatica”. In ultimo, chiediamo a Hill quale sia il turista-tipo al quale intendono rivolgersi: “Siamo consapevoli – risponde il manager – che l’Australia continui ad essere un prodotto di nicchia, o comunque non facilmente accessibile a tutti. Per questo motivo al centro dei nostri piani di sviluppo si collocano soprattutto i così detti ‘viaggiatori di alto livello’, un target eterogeneo per composizione ma accomunato da due fattori chiave: buone capacità di spesa e disponibilità di tempo da dedicare ai viaggi. Agli estremi di questa ampia forchetta demografica di viaggiatori curiosi e consapevoli si collocano da un lato i Millennial – studenti universitari e neo-laureati alla ricerca di esperienze di studio e lavorative o giovani professionisti a caccia di avventure in mete lontane – e dall’altra i Baby boomers, il mercato degli over 60, che riscoprono il tempo libero e la passione per i viaggi. Resta considerevole la quota di coppie, con o senza figli, che scelgono l’Australia e il South Australia per vacanze avventurose a due, e infine i neo-sposi in viaggio di nozze che realizzano il sogno di un viaggio irripetibile”, conclude il manager.