I t.o: Giappone, sempre più prodotto. In Australia vince il “classico”

L’Olimpiade come grande opportunità per proseguire una crescita che sembra inarrestabile, ma anche come limite per i rischi di precoce “sold out”. È questo il punto di vista dei tour operator sul Giappone e sull’evento a cinque cerchi del prossimo anno. “Quest’anno il Giappone ci ha dato ottimi riscontri – spiega Marco Peci, direttore commerciale di Quality Group – divenendo la punta di diamante della nostra programmazione. Anche per l’anno prossimo l'andamento delle richieste è decisamente positivo. Ancora migliori le prospettive per il periodo immediatamente successivo alle Olimpiadi, che sono senza alcun dubbio una grandissima opportunità, anche se alcune difficoltà ci sono: come la carenza di camere e le tariffe più elevate durante questo periodo. Ma si tratta di una situazione temporanea, che va monitorata con attenzione. Stiamo lavorando con diversi corrispondenti e tenendo sotto controllo le strutture alberghiere, in modo da poter bloccare ampi contingenti di camere appena saranno disponibili, per offrirle poi al mercato alle migliori condizioni”. Per I Viaggi del Delfino, che vede il “suo” Giappone volare a +10% rispetto al 2018 e con un peso sul fatturato totale del 20%, nel periodo olimpico “risulta impossibile avere degli allotment – osserva la managing director Ivana Di Stasio – a causa della richiesta degli albergatori legata al minimum stay di 18 notti, quando invece il soggiorno medio di chi visita Tokyo, anche per le Olimpiadi, è di 2 o 3 giorni”.

Trend in “Japan”
Quanto ai trend, la manager registra “una forte richiesta sia di tour con accompagnatore sia per il Japan Rail Pass, che propone diverse tappe con city break a Tokyo e Kyoto. Il target giovane, in particolare, ci chiede il Tour dei Manga, così come la possibilità di partecipare a eventi cosplay, un fenomeno in continua crescita”. Anche per Peci il Giappone è ormai in grado di “accogliere tutti i target possibili: viaggiatori classici, famiglie, giovani, viaggi di nozze, gruppi”. E mentre Boscolo Tours punta forte sulla destinazi-one, con otto proposte – 5 viaggi guidati e 3 itinerari su misura – che spaziano dalla classica “Golden Route” a proposte che mettono al centro i miti e le antiche tradizioni nipponiche, Marcelletti propone quattro tour, cinque minitour e un combinato con la Polinesia. Ma il Giappone vuole prendersi anche il lusso, come prova il fam trip estivo a tema organizzato da Jnto, e che ha visto tra i protagonisti sei tour operator italiani – Ruta40, Ruby Travel, Hirondelle, Kel12, Bell Viaggi, Tinky Winky – alla scoperta di zone ancora poco battute dal turismo di massa.

Australia: vedere meno, vedere meglio
E poi c’è la terra dei canguri. In questo caso, Di Stasio rileva che “la durata media dei viaggi si è ridotta attestandosi intorno ai 10-15 giorni, un tempo troppo limitato per poter vedere tutti i ‘must see’ che questo Paese immenso offre. Stiamo dunque lavorando per incentivare i clienti a vedere meno cose durante il loro viaggio, ma vederle meglio. Il tour più richiesto in assoluto è il tour del Sud Australia che include Adelaide, Kangaroo Island, Ayers Rock e Sydney”. Tra le novità, invece, “proporremo soggiorni in tenda e tour che prevedono una parte di trekking, esperienze di lusso con pernottamenti in strutture particolari”. Secondo Peci il target naturale dell’Australia resta “quello dei viaggi di nozze e dei grandi viaggiatori che hanno come obiettivo quello di visitare tutto il nostro globo. I numeri sono da anni in costante crescita, seppure ad una sola cifra percentuale. Il viaggio di 15-20 giorni che tocca le icone d’Australia, città, deserto, barriera, è ancora il più venduto per quanto sia un limite alla diffusione del prodotto. Noi stiamo per lanciare sul mercato quella che potremmo definire una ‘Australian Revolution’, ovvero una vera e propria rivoluzione del prodotto australiano”, conclude il manager.                      

 

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