Per Gabriele Milani, direttore nazionale di Fto, Federazione Turismo Organizzato, chi vuole lavorare nell’incoming e valorizzare il proprio business deve cercare di essere presente per quanto sia possibile, a fiere, workshop e meeting, firmare convenzioni con buyer internazionali, andare a pescare in quei settori meno battuti come potrebbe essere il turismo archeologico, quello attivo o quello legato al lusso.
“Fare incoming è una parola che va molto di moda – ha rimarcato Milani – ma per fare questo bisogna avere tanti contatti, essere presenti il più possibile agli eventi di settore, essere supportati e avere alle spalle molta formazione. E fare squadra. Noi stiamo già lavorando in previsione di Milano/Cortina 2026, evento che si svolgerà in partnership con due regioni italiane. Lo facciamo, confrontandoci con altri settori per raggiungere un obiettivo comune”.
Per Maria Elena Rossi, direttore marketing e promozione dell’Enit il lavoro si impara dal basso, senza essere presuntuosi.
“Dalla mia esperienza in Enit, a un anno di distanza – ha detto – posso parlare dei risultati ottenuti investendo sul lusso e sul mice che rappresentano il 20% dei turisti. L’Italia è cresciuta in termini globali del 10% e si posiziona dopo la Spagna, secondo Paese per flussi internazionali. Inoltre dove l’Italia è più presente con i prodotti di eccellenza agro-alimentari c’è una maggiore crescita dall’estero, grazie a queste caratteristiche. Inoltre dalle indagini sugli arrivi aeroportuali, si evince una crescita del 4,7% degli arrivi provenienti da Usa, Cina e Giappone”.