Che cosa c’è oggi dietro la filiera travel? In un incontro per approfondire il rapporto con agenzie partner e fornitori, Alidays ha ingaggiato dmc, compagnie aeree e crocieristiche, autonoleggi, hotel e adv in un tavolo di lavoro sull’intermediazione. Obiettivo: offrire al viaggiatore un servizio completo che passa attraverso l’agenzia, lineare e sempre emozionale, in una logica di reciproca soddisfazione.
Il momento di confronto ha preso il via dal Nord America, da sempre nel cuore del tour operator milanese.
“È necessario – ha spiegato Olga Mazzoni, director marketing & pr di Thema Nuovi Mondi – stimolare il mercato ad andare oltre la confort zone proponendo mete meno conosciute, più originali, diverse, gratificanti”.
“Il Nord Atlantico – ha aggiunto Caterina Colombo, key account leisure di Air France Klm – è uno dei nostri core business. Abbiamo aperto Austin, Dallas e molte altre destinazioni grazie ai nostri main hub quali Atlanta e New York. Nella joint venture arriverà ora anche Virgin Atlantic, che ci aiuterà da Londra”. “Il noleggio auto – ha dichiarato Massimo Fede di GlobalGsa – rappresenta una componente rilevante del viaggio frictionless. Hertz lavora costantemente per migliorare l’offerta e il cliente aspetta da noi un servizio e una qualità globale in tutte le destinazioni”.
“Da noi – ha spiegato Francesco Paradisi di Norwegian Cruise Line – la crociera abbinata al viaggio è svantaggiata nel quadro economico e sul prodotto spesso non si sa valutare esattamente la qualità offerta”.
Evolve anche l’hôtellerie, la cui scelta non è oggi dettata dalle disponibilità economiche ma dalla tipologia di viaggio desiderata. I servizi rappresentano uno stato d’animo, una sensazione del viaggiatore.
La discussione si è poi focalizzata sul tempo a disposizione dell’agenzia sul rapporto con la clientela, come fidelizzarla e riportarla in agenzia.
“Il tempo di gestione si è molto allungato, i clienti girano di più – ha confermato Rinaldo Bertoletti, Atacama di Lumezzane -. Non possiamo più essere identificati solo come agenzia di viaggi: dobbiamo farci conoscere meglio”.
“Il cliente non sa sempre quello che vuole, quindi proporre qualcosa di alternativo è difficile. Bisogna stare attenti e capire bene i desiderata”, ha precisato Lorenzo Marazzini, Le Marmotte Busto Arsizio.
“Quello che manca è essere dei partner preferenziali per arrivare al cliente finale”. Non ha dubbi Silvia Testa, Il Viaggiosauro, Legnano. “Le adv hanno le stesse condizioni, i clienti hanno accessi diretti e facilitati rispetto alle adv. A volte abbiamo la percezione di essere considerati meno rispetto al cliente diretto. Il rischio è la disintermediazione”.
“Grazie ad Alidays – ha detto Giuseppe Colicchio, Television Travel di Senago, Milano – abbiamo trovato una quadra, perché ci consente di arrivare direttamente al fornitore e ci aiuta a costruire il viaggio. Formazione e contatto diretto con i fornitori sono la chiave”.
“Ci vuole formazione di alto livello – ha incalzato Nicoletta Bonacina, Brembo Viaggi di Ponteranica – e al cliente dobbiamo essere in grado di trasmettere emozioni. In più servono conoscenze tecniche e un approccio quasi psicologico”.
“Formazione significa anche reciprocità, sceglierci e percorrere la strada insieme, affrontando tutte le difficoltà – ha precisato Davide Catania, a.d. di Alidays -. Non siamo necessari, quindi dobbiamo essere utili, ovvero dare valore aggiunto grazie alle partnership. Dobbiamo fare sistema per consentire al cliente di arrivare nel nostro negozio fisico: esprimere valore e comunicarlo, ragionando da ecosistema più che da filiera”.
Concorde Manuela Borsotti, Camuna Viaggi di San Giorgio su Legnano, secondo la quale “dobbiamo parlare di meno e ascoltare di più il cliente. La differenza va fatta al primo contatto. Abbiamo pochissimo tempo per conquistare la sua attenzione, altrimenti si rivolgerà altrove”.
“Noi ascoltiamo molto – ha detto Diana Boncompagni, Magici Viaggi di Cornaredo -. Molti non hanno le idee chiare, quindi è fondamentale per capire cosa proporre, valutare le loro reazioni alle proposte”.
“Un problema comune – ha precisato Giuseppe Servello, Riva Viaggi di Palazzolo sull’Oglio – è legato al tempo: di fare formazione, di uscire dalla comfort zone. A volte fatichiamo ad avere accesso alle informazioni in maniera diretta e veloce”.
Per Piergiorgio Reggio di Be Travel di Desio, “i problemi sono gli stessi da anni. Chi decide quali siano le agenzie migliori? Non basta conoscere il prodotto, è necessario sapersi confrontare con una clientela differente rispetto alla nostra, la comunicazione è cambiata. La pedonabilità è un problema concreto. La confort zone non è solo il prodotto, ma sono le abitudini delle agenzie, che hanno paura di fare scelte nuove”.
“Quello che fa Alidays è importante – ha aggiunto Valerio Rossi di Life Eventi di Milano – perché il contatto è diretto. Dalla sede consigliano e supportano. Ma il rapporto uno a uno è scivoloso perché riduciamo il confronto e quindi rischiamo di non crescere e conoscere diversi punti di vista rischiando di essere standardizzati, seppur risparmiando tempo”.
Sono stati molti gli spunti sollevati, risultato apprezzato da Gabriele Graziani di Alidays, che ha curato l’organizzazione dalla giornata. “E’ fondamentale trovarci insieme per discutere di problematiche comuni, con estrema propositività e voglia di migliorare il reciproco servizio: a volte le distanze reali tra i partner sono minori rispetto a quelle percepite, più siamo uniti più possiamo crescere insieme”, ha concluso.