Pietro Modiano: “Malpensa non è ancora un hub”

"Vorrei dire due cose sugli aeroporti milanesi", esordisce così Pietro Modiano in un lungo articolo pubblicato su ArcipelagoMilano, che porta la sua firma. Il manager, nome noto de settore, ripercorre i suoi trascorsi in Sea, dove ha lavorato "fra il 2013 e il 2018". 

Poi parla di Milano ed afferma che "si prepara a crescere ancora, sull’onda dei progressi e dei progetti di questi anni, come polo tecnologico e di innovazione, come polo universitario e di attrazione turistica e culturale, forse anche come centro finanziario (…). Bisogna pensare in anticipo ad un salto di qualità anche del suo sistema aeroportuale, che non deve diventare una strozzatura allo sviluppo".

Poi si passa a Malpensa, di cui dice "non basta che sia cresciuta, cosa che ha fatto egregiamente, con quasi 7 milioni di passeggeri in più dal 2013 al 2018 (Linate più di tanto non può fare, è quasi satura), ma bisogna pensare a ridurre e in prospettiva colmare la troppa distanza che resta nei confronti dei grandi hub europei. E’ un tema strategico importante".

Modiano di Linate dice che "è un city airport comodo e saturo", di Malpensa che "è un buon aeroporto punto a punto, al centro di un bacino di traffico ricco, eccellente in Europa per la qualità “milanese” della sua offerta commerciale, ma non è ancora un hub, cioè un aeroporto in grado di concentrare voli passeggeri a lungo raggio coordinati con voli di connessione a breve e medio raggio, e quindi in grado di svilupparsi al di là del potenziale del proprio territorio, e di fornire ad esso un apporto aggiuntivo di ricchezza e connessioni globali. Con questo sistema aeroportuale non siamo in serie A, che è quella dove giocano i grandi hub continentali. E la domanda (che mi facevo ogni giorno che ho passato in Sea) è questa: se una città metropolitana possa essere centrale in Europa, al di là delle sue nicchie di eccellenza, senza disporre di un sistema aeroportuale di serie A. Credo di no. Perché non c’è area metropolitana rilevante in Europa che non ospiti un altrettanto rilevante hub aeroportuale".

A suo dire, "la promozione in serie A del nostro sistema aeroportuale, con la trasformazione di Malpensa in un hub continentale, non è facile da guadagnare. Ma è in piena sintonia con le ambizioni della metropoli".

Cosa fare dunque? "Procedendo per tappe, per puntare ad uno sviluppo durevole e di qualità si deve puntare come obiettivo strategico essenziale sui voli intercontinentali, per riempire il vuoto lasciato da Alitalia a Malpensa (c’è ormai solo il volo per Tokyo), sostituendola – a meno di non sperare davvero in una sua rinascita – con altre compagnie di Paesi lontani interessate a Milano (problema che Londra, Monaco, Francoforte, Parigi non hanno: a saturare gli hub ci pensano Lufthansa, British Airways, Air France). Bisogna dunque rappresentare alle compagnie straniere i vantaggi di arrivare direttamente a Milano".

A suo dire si deve "puntare soprattutto sui passeggeri esteri, il cui numero potenziale è enormemente alto, ma che devono avere un buon motivo per venire da noi, e di venirci senza passare da un’altra metropoli aeroportuale in cui fare scalo o fare sosta".

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