L’associazione Startup Turismo dal 10 al 12 febbraio sarà presente alla Bit con 37 startup innovative tra le 130 associate all’interno dell’Area Be Tech, Padiglione A4.
Innovazione, tecnologia, futuro sono le parole d’ordine che fanno da collante alle 37 giovani aziende che in Bit si confronteranno su quello che di nuovo sta accadendo nel turismo.
Lo fanno nell’Area Be Tech, anche quest’anno coordinata dall’associazione Startup Turismo, a dimostrazione che è importante credere nel valore delle fiere per presentare le proprie idee ed è fondamentale farlo all’interno di un network associativo.
L’associazione, nata nel 2013 dall’idea di 10 imprenditori del travel è l’unica in Italia a riunire le migliori startup che offrono prodotti e servizi digitali nei settori del turismo e della cultura.
In questi anni, grazie al lavoro della presidente Karin Venneri, di Flavio Tagliabue (segretario generale) e Raffaella De Donato (community manager), l’associazione è riuscita a creare un network tra founder di startup, big player della travel industry, investitori e istituzioni per creare sinergie e collaborazioni. Importante il supporto alle startup nelle attività di promozione grazie alla partecipazione a eventi e manifestazioni come la Bit.
“Le startup del turismo si confrontano con un mercato in continuo cambiamento e evoluzione, il digitale diventa fondamentale, come i contenuti di valore. La Bit rappresenta una vetrina importante per le startup. Per questo, coordinare l’Area BeTech è per noi una grande opportunità e sfida”: queste le parole di Karin Venneri, presidente dell’Associazione Startup Turismo.
Tra le startup presenti alla nuova edizione della Borsa Internazionale del Turismo ci sono piattaforme di digital concierge, prenotazioni di hotel, b&b, case vacanze, recensione e reputazione on line delle strutture ricettive, come Ada Travel, Booking Designer, Book Your Price, Businessence, CleanApp, CleanBnB, Edgar, Fastrent Suites & Apartaments, Gate42, Hotto, Hotel Selling, Maid for a day, MyTakeIt, Spotty wifi, e smart check-in come Keesy. C’è chi chi valorizza il patrimonio artistico e culturale e promuove un turismo sostenibile, come BikeSquare Srls, Gastronomic Trekking, Skouty, Up2you. A occuparsi di turismo scolastico GeeTrips, mentre per chi ama viaggiare, scoprire aneddoti curiosi, itinerari, mappe e condividere esperienze uniche sono le startup Apical, Beautrip, MyWoWo Srl, Play to trip, PoiStory, Taldeg, Tebikii, TheWowFactor.
Difficoltà a trovare una destinazione adatta ai bambini? Alla Bit ci sarà anche Its4kids, la community che offre soluzioni per chi viaggia con i bimbi. Per chi non vuole lasciare a casa l’amico a quattro zampe, Prestige Pet aiuta a trovare tutti i servizi hospitality (anche luxury) per amici a 4 zampe e Food For Dogs le strutture ricettive con la pappa adatta al proprio cane. Altre novità del panorama turistico sono rappresentate dalle startup Europass Italia (app Wechat per il turismo cinese), Fly with me (il primo social network tematico per viaggi di gruppo), Kliir (l'app di interpretariato umano via smartphone per il turista che vuole un servizio di interpretariato immediato, umano). Leebsy (una vetrina che permette la vendita di prodotti nelle strutture ricettive), Pem Cards (app per spedire cartoline), SenseCatch, che aiuta le aziende turistiche a comprendere emozioni, esperienze e atteggiamenti inconsapevoli di persone e consumatori.
L’edizione 2020 della Bit risulta, inoltre, fortemente caratterizzata dall’attenzione verso l’innovazione fornendo ampio spazio a diversi speech inseriti nella programmazione ufficiale. Tra questi è da non perdere l’evento "Pensare in grande. Storie di suvvesso di startup che sono diventate scaleup" che si terrà in Sala Green 2, lunedì 10 febbraio dalle 14:30 alle 15:30. Presenti all’evento Alessandro Petazzi (Musement), Manlio Accardo (Sailogy), Erika De Santi (WeRoad) e Dionigi Faccenda di La French Tech che moderati da Karin Venneri, presidente dell’associazione Startup Turismo, e Flavio Tagliabue, segretario generale dell’associazione, si confronteranno su cosa significa pensare in grande e avere una prospettiva definita in un ecosistema, come quello italiano, dove le startup non crescono, non scalano, soffrono di nanismo.