Disciplinare i comportamenti, nell'ambito di un sistema continentale, perché come il settore dell'automotive, quello aereo “ha necessità di ricompattarsi inseguendo economie di scala”. A parlare in questa intervista rilasciata in esclusiva a Guida Viaggi è Fulvio Cavalleri, vicepresidente di Assaeroporti.
Gv: Lo scorso anno esprimendo gli auspici per il 2019, lei diceva: spero in una semplificazione dell'apparato normativo e in una burocrazia più snella. Oggi invece gli aeroporti fanno i conti con un aumento dell'Ires del 3,5% approvato a fine anno…
“Evidentemente sono stato un cattivo profeta. Mi astengo dal commentare il fatto che siano stati colpiti soltanto i concessionari del settore dei trasporti, una scelta tutta politica. Ma, al di là dei prelievi, auspico che, invece di adottare soluzioni unilaterali, si affrontino i problemi organicamente. Sono da mettere a punto temi di ampio respiro, i collegamenti con gli scali, l'intermodalità, gli accorpamenti di società, guardando lontano, oltre al domani. Ci confrontiamo con un'ottica europea, e in Italia siamo indietro. Il problema è un indirizzo politico generale, che non vada avanti semplicemente a colpi di tasse e tariffe”.
Gv: Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha parlato della necessità di rivedere le regole del trasporto aereo in Italia, lasciando intendere che le low cost sono state troppo avvantaggiate. E la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha annunciato entro marzo un nuovo piano degli aeroporti.
“L'85% degli aeroporti europei dà sussidi per lo sviluppo delle low cost, quindi è una pratica diffusa e non solo italiana: si tratta piuttosto di disciplinare bene i comportamenti, nell'ambito di un sistema continentale. Il nostro settore, come l'automotive, ha necessità di ricompattarsi inseguendo economie di scala, puntando allo sviluppo. L'Italia non può essere un Paese Alitalia-dipendente. E non dimentichiamo che cosa ha significato il traffico low cost per l'Italia: in tutti i territori interessati, ci sono stati incrementi di valori immobiliari e crescita di ogni attività legata al turismo. A Bergamo l'aeroporto a vocazione low cost rappresenta l'8% del Pil della provincia. E poi…”
Gv: …e poi?
“…non è che le compagnie tradizionali non abbiano avuto i loro bei sussidi. La realtà è che in Europa il 76% degli incrementi di passeggeri negli ultimi dieci anni viene dalle low cost, non è un fenomeno solo nostro”.
Gv: Ma ci sono ancora finanziamenti pubblici?
“Sono più disciplinati del passato, con parametri che rispettano le regole per non incappare nelle sanzioni per aiuti di Stato”.
Gv: Nel 2019 la vita degli aeroporti è stata caratterizzata dall'”operazione bridge” che ha concentrato durante l'estate il traffico di Linate a Malpensa.
“Un'operazione che è andata molto bene, e vanno riconosciuti i meriti della Sea: non era un successo scontato, invece non ci sono stati disagi di sorta. E' stato un esempio delle capacità che può esprimere tutto il nostro sistema”.
Gv: Il 2019 è stato ancora un anno di crescita per gli scali italiani.
“Gli aeroporti sono strumenti di sviluppo per il Paese. Già nel 2018 con 185 milioni di passeggeri avevamo superato la Francia, nel 2019 siamo cresciuti a circa 190 milioni, in un clima positivo pur con qualche rallentamento. E' importante notare che si tratta di una crescita non casuale, costruita organicamente. Anche Napoli e Catania hanno superato i 10 milioni, e Fiumicino è uno degli scali più collegati con la Cina. Proprio nei giorni scorsi è stata firmata dalle autorità dei due Paesi una importante revisione degli accordi bilaterali che consentirà di triplicare le rotte tra l’Italia e la Cina, operate dai più importanti aeroporti italiani, incremento che andrà a regime in tre anni. Questo accordo non fa che confermare l’attrattività del nostro Paese e l’importanza del nostro sistema infrastrutturale”.
L'intervista completa è sul numero 1586 di Guida Viaggi scaricabile qui
Paolo Stefanato