Il più importante e il più di concreto successo: così Luboš Rosenberg, direttore Czech Tourism Italia, ha definito il 2019. I motivi? “Perché siamo riusciti a proporre Praga in modo diverso, a consolidare i prodotti vacanza attiva, con il cicloturismo, e patrimonio storico-culturale su diversi target”. Sono stati confermati i dati dell’anno precedente: “Abbiamo raggiunto 1.092.997 pernottamenti – prosegue il direttore – e in questi dati non entrano piattaforme come Airbnb, sulle quali italiani, francesi e spagnoli prenotano molto. Ottimi, ad ogni modo, anche i numeri registrati nelle strutture ricettive tradizionali. Le presenze sono state oltre 400mila, con una permanenza media di 3,6 giorni, dati questi costanti e 409.623 gli arrivi italiani in Repubblica Ceca, pari al 3,76% del totale degli arrivi nel Paese. In generale sono stati 27.182.763 i pernottamenti stranieri, pari a un +1,5% rispetto al 2018”. In termini di regioni a fare la parte del leone sono state Boemia meridionale e Moravia meridionale. La percezione della Repubblica Ceca in Italia è cambiata, spiega Rosenberg: “Nel 2007 l’85% degli italiani si recava a Praga e considerava il Paese solo per la sua capitale. Oggi quella cifra è scesa al 70-75% e riusciamo a proporre la città in un’ottica diversa, per la sua street art e per quei quartieri semi-periferici rinati dopo l’alluvione con una vita molto attiva, dove trovare piccole gallerie d’arte e che potremmo paragonare a Lambrate o Isola a Milano. Abbiamo invitato un blogger specializzato che ha redatto un e-book su Praga alternativa”. Praga e Brno, racconta il direttore, “raccolgono molti giovani che vi si recano a lavorare e diverse aziende internazionali hanno qui le loro sedi, come Ibm, Brembo o la nota startup Kiwi, il maggiore rivenditore di biglietti aerei sui mercati asiatici e statunitensi che oggi conta oltre 500 dipendenti”. Per il 2020, rivela Rosenberg, “continueremo a proporre quattro macro-aree: Praga alternativa, il patrimonio storico-culturale per famiglie e coppie, la vacanza attiva che comprende turismo en plein air e cicloturismo, un prodotto che permette di diversificare e destagionalizzare e che in Repubblica Ceca conta su oltre 40mila chilometri di piste, e infine il Mice, puntando sulla capitale, riconosciuta da Icca tra le dieci città più richieste. Abbiamo, infatti, un centro congressi per 9mila persone e l’anno scorso è stato inaugurato un altro centro da 8mila500 persone, O2 Universum. Anche sul fronte ricettivo sono disponibili spazi: per esempio a Praga ha aperto il Radisson Blu con 160 stanze”. Proprio per il Mice l’ente organizzerà un workshop a Milano con alberghi, dmc, pco, indicativamente nella seconda metà di giugno. Non si tratta dell’unica iniziativa: “Stiamo facendo sales blitz – afferma la trade manager di Czech Tourism Italia Lara Cereda -, un nuovo formato nel quale affianchiamo un commerciale di un tour operator e andiamo direttamente in agenzia. Gli itinerari devono avere però almeno un pernottamento fuori Praga. Continueremo poi a realizzare eventi con gli operatori”.
Ma chi prenota la Repubblica Ceca in agenzia? “Dipende dalle regioni – risponde Cereda -; al Nord esiste il fai da te per il weekend a Praga, al Sud ci si affida all’agenzia, poi ci sono viaggi di gruppo, tour, scuole e turismo religioso”. Ampia l’offerta di collegamenti aerei: “Abbiamo un totale di 115 voli settimanali pari a 19.200 posti”. E in quale posizione si colloca il nostro Paese? “Al settimo posto, alle spalle di Germania, Russia, Slovacchia, Usa, Polonia e Gran Bretagna e prima di Francia e Spagna, ottavo invece per numero di arrivi”, specifica Rosenberg.
Un bacino importante quello tricolore, se ammontano a 13,5 mld di euro l’interscambio tra il nostro Paese e la Repubblica Ceca.
Si è, inoltre, in trattative con Giro d’Italia per far partire la gara dalla Repubblica Ceca nel 2022.