Uno dei grandi protagonisti di questo momento di isolamento forzato è la tecnologia. E' entrata ancora di più nelle case di tutti, ha abbattuto barriere, ha aiutato a comunicare e sta diventando anche un mezzo sempre più sfruttato in ambito lavorativo, con risultati lusinghieri da parte delle aziende che, per loro stessa ammissione, si sentono più disinvolte nell'utilizzo di certi strumenti digitali.
Guardando al settore del travel la tecnologia ha sorretto operatori e destinazioni, tra le carte più giocate ci sono le newsletter e ovviamente i social media, "che si prestano all'immediatezza e ben vengano – ha osservato Roberta Milano, durante la terza edizione del Food & Wine Tourism Forum, di cui ha la direzione scientifica -. Per un discorso più a lungo periodo sarà importante la velocità di ripartenza e l'Italia deve giocare un ruolo importante sull'innovazione e il digitale". In pratica dovremmo lavorare sull'indice di digitalizzazione della nazione, "un tema su cui si baserà la ricostruzione degli equilibri".
Il progetto Enit del contact center digitale
La manager non ha dubbi sul fatto che digitale e innovazione "faranno una grande partita". Tema che trova concorde Maria Elena Rossi, direttore marketing e promozione di Enit, che si sofferma su due aspetti. Il primo riguarda gli strumenti di cui si è dotata Enit, cita il sito corporate e Italia.it, "stiamo cercando di ripartire con i vincoli dettati dal fatto di essere una azienda pubblica – riconosce -. Stiamo agendo molto attraverso la rete social, realizzando numerose attività per essere presenti".
Sul tema dei siti la manager annuncia che ci sarà un contact center digitale da cui si possono ricavare informazioni puntuali sui luoghi in cui il viaggiatore desidera andare, "tenendo conto delle informazioni regione per regione". L'intento è offrire "un contatto che rassicuri in modo digitale" e su questo punto Enit sta lavorando, così come sui siti, "che vanno ripensati", afferma Rossi.
Il secondo punto messo in luce dalla manager è che "fino adesso si è ragionato sugli eventi fisici – afferma -, ma per un po' non ci saranno, pertanto si studiano delle piattaforme che stabiliscano un contatto con gli operatori, è una sfida che abbiamo difronte – afferma -. Sul fronte b2b si dovrà mettere in relazione gli intermediari, che continuano a vendere l'Italia, e che sarà un'Italia di qualità e creare delle piattaforme che permettano agli operatori di dialogare in modo costante". La parola chiave sarà "intermediazione digitale", è la sfida in atto.
Dal mondo
Cosa avviene nel resto del mondo? "Ci sono Paesi come la Nuova Zelanda o l'Australia che hanno creato dei pacchetti formativi digitali per adv e tour operator – racconta Antonio Pezzano, editor Officina Turistica -. Il che potrebbe cambiare il modo di fare business. Anche le imprese più recalcitranti si sono arrese al fatto che il digitale è un elemento strutturale ed avrà una accelerazione per le pmi". Si guardano le ultime mosse di Google che "va a gamba tesa sulle attività", ma secondo Pezzano si deve accettare il fatto che "Google è Google, piuttosto si devono aiutare le micro imprese a strutturarsi nelle piattaforme esistenti, a starci bene, non a crearne delle nuove. Consideriamo che ogni sei mesi cambiano i parametri pertanto l'organizzazione per stare nel digitale costa".
A tal proposito Roberta Milano non ha dubbi, "si deve competere con i grandi player che hanno spalle grosse per resistere. Questo è il momento per unire le categorie e andare a riconsiderare le regole di ingaggio".
Stefania Vicini