I turisti sono gli stessi, bisogna cambiare il prodotto

Exit strategy dal Coronavirus” questo il titolo del webinar moderato da Bruno Caprioli e Ugo Gaspardone con il supporto tecnologico di Balzac che ha visto la partecipazione di molti destination manager regionali italiani. Tutti lavorano in questo momento sull’informazione e la trasparenza sia con gli intermediari che gli operatori.

“Guardiamo all’Asia con interesse per capire le loro exit strategy e cerchiamo di basarci su dati per pianificare, siamo quindi attenti alle proiezioni di Google, Trip.com, a Booking, alle analisi di Skift e McKinsey”, afferma Francesco Palumbo, direttore Toscana Promozione. Secondo il manager, cambierà il tipo di approccio, ma i viaggiatori saranno gli stessi.

Bruno Bertero, direttore marketing PromoTurismoFVG concorda su questo punto: “I turisti sono gli stessi, ma il prodotto è cambiato e noi dobbiamo aiutare gli operatori su questo punto”. Luisa Piazza, direttore generale Visit Piemonte, concorda sulla necessità dei dati “non solo i dati statistici, ma anche i big data e il sentiment. In questa fase stiamo cercando di mappare la domanda, ma ci sono tantissimi scenari possibili quindi siamo partiti basandoci sui nostri visitatori tipo per riformulare l’offerta”. Fermo restando la destinazione con la sua montagna, i laghi, la storia, il Piemonte sta ponendo attenzione su trend di nicchia che ora assumono un valore primario. Ha stilato quindi un piano basato su 5 “S” che contraddistingueranno l’offerta: “smart” approccio digitale ormai indispensabile, “sicurezza” soprattutto sanitaria, “sobrietà” perché bisogna tenere conto del minor reddito e delle poche ferie, “solidarietà” rispetto al commercio locale, e “sostenibilità” intesa anche come modello di sviluppo.
“Basandoci sui primi dati sappiamo che la domanda è incentrata sul last minute, meno sull’early booking, mentre la sanificazione assieme alla sicurezza è divenuta un bisogno specifico primario”,  aggiunge Palumbo, secondo il quale si possono creare prodotti collegati con esperienze nel territorio, i musei in Italia, infatti, al contrario degli altri Paesi, sono quasi sempre hub da cui partire per percorsi culturali, anche in siti Unesco.

Maurizio Rossini, ceo Trentino Marketing, parte dal “visitatore tipo”. “Attendiamo un’apertura ai mercati di lingua tedesca che assieme agli italiani rappresentano l’80% della nostra normale stagione estiva”.
Per quando riguarda altri cluster il direttore di Toscana Promozione ritiene che i più colpiti come il turismo degli eventi, quello dei grandi attrattori, il Mice, dovranno senz’altro essere rimodulati nel lungo periodo. “Lo scenario è abbastanza chiaro, oggi abbiamo a terra l’88% delle flotte internazionali, e il ripristino vedrà probabilmente il concentrarsi delle tratte su poche grandi destinazioni, in più il mercato sarà sensibile alla leva del prezzo. Se noi riuscissimo – conclude Palumbo – non soltanto a veicolare nella promozione un’idea di Paese, ma a maturare un’idea di Paese forse potremmo raccontare un’Italia che va oltre la fazione politica per il benessere di tutti”.

Letizia Strambi

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