Il trasporto aereo è un nodo centrale per la ripartenza, anche se certi protocolli e norme non giovano né ad aeroporti né ai vettori. Ed è proprio in questa direzione che si è mossa la Francia, con la decisione di non applicare il distanziamento sociale in volo e affidandosi per la protezione della salute all’impiego di mascherine, alla misurazione della temperatura dei passeggeri e alla canalizzazione dei flussi attraverso specifici corridoi. Ma come si sono mossi gli scali durante l’emergenza sanitaria e quali sono le prospettive per il futuro? Se ne è discusso durante l’ultimo e-MARTEDIturismo by Guida Viaggi.
Serve chiarezza
Il social distancing in volo è sicuramente un tema caldo del momento, ma c'è chi fa riflettere sul fatto che all'inizio della ripresa, "i passeggeri non torneranno come un fiume in piena – afferma Camillo Bozzolo, direttore commerciale sviluppo aviation Gruppo Save – e il distanziamento sociale non sarà un grande problema". Il manager fa presente che tutti gli aeroporti si sono attrezzati in merito alle misure richieste, ma "abbiamo bisogno di regole di ingaggio chiare. Parte della ripresa del turismo in Italia avviene tramite gli aeroporti e gli aerei, ma se non ci sono regole non si può fare".
Un altro tema è quello dei blocchi con le frontiere, un discorso che riguarda "i ministeri degli Esteri dei vari Paesi Ue per un mercato libero il più in fretta possibile, ma se Paesi come l'Asia o il Giappone non si aprono sarà difficile rendere sostenibile l'apertura dei voli intercontinentali".
Terzo punto secondo Bozzolo è quello di fare in modo che "la gente riprenda confidenza con l'aereo, far comprendere che tornare a volare non sarà difficile, ma sarà sicuro, solo così torneremo ai volumi soliti".
Quanto all'estate il manager fa sapere che "certe compagnie stanno mettendo capacità in vendita con la speranza di tornare a volare. Wizz Air ha un po' di capacità, Ryanair riprenderà a volare dal primo luglio, Klm e Air France stanno comunicando, ma su ciò che viene messo in vendita serve poi la risposta del passeggero".
Da Bergamo a Cagliari
Dal 14 marzo nessun volo passeggeri, solo voli merci e voli sanitari per emergenza. Alberto Cominassi, direttore operazioni Sacbo, parte da questo incipit. La domanda che ci si pone è come organizzare i flussi ora? Sacbo ha messo in atto una serie di misure, dai termoscanner, ai banchi check-in alternati, dal plexiglass a un distanziamento a due metri per agevolare i passeggeri con trolley e bambini. "Resta ancora da capire la modalità di controllo del documento di identità visto che il passeggero indossa la mascherina". Per la zona arrivi si è pensato all'accesso ad un numero limitato di visitatori. Si sta anche ricorrendo "all'intelligenza artificiale per contare il numero di persone e la distanza tra loro".
Quanto alle compagnie aeree Cominassi cita Wizz Air che dal 18 maggio riprende, ma "con un punto di domanda, dipende anche dagli altri Paesi europei, per esempio la Polonia ha messo il ban fino al 28 maggio", fa presente il manager.
Da Bergamo a Cagliari, per sapere come lo scalo ha vissuto questi mesi e come si è organizzato. L'aeroporto di Elmas è "l'unico aeroporto aperto in Sardegna – afferma David Crognaletti, chief commercial officer Aeroporto Cagliari Elmas -. Dal 21 maggio apriranno altri due. Al momento c'è solo traffico di continuità territoriale, con 3 voli all'arrivo e altrettanti in partenza. Con la Fase 2 si è ripreso a volare timidamente".
Numeri alla mano sono 350-370 passeggeri al giorno, ma si conta di crescere. Dal canto suo la Sardegna registra indici di contagio molto bassi, "su 370 comuni, 250 hanno avuto zero contagi. Oltre 40 comuni hanno avuto solo un contagio, la fascia costiera è la meno colpita", il che può essere un biglietto da visita per ripartire.
Ciò che serve, lo ribadisce anche Crognaletti, sono "le regole, non si può immaginare uno scenario di partenza dove ogni regione procede con regole ad hoc e con misure sanitarie diverse, in quanto per le compagnie aeree e gli aeroporti sarebbe un puzzle difficile da superare". Ciò che si chiede è "che Enac sia chiaro, se si parte come Paese, tutto il Paese deve avere le stesse regole, serve un set di regole operative e sanitarie uguali per tutti", ribadisce.
C'è poi un aspetto che emerge: "Il low cost è il primo a ripartire", Crognaletti cita Easyjet, Volotea, Ryanair, ma anche le compagnie legacy. "Si lavora per ripianificare le rotte dal Nord Italia al Sud e per aprire nuove destinazioni, che questa estate possono essere importanti per il turismo di prossimità".
Da Genova a Palermo
Ma quali sono le prospettive per lo schedule estivo degli scali? “Il primo punto è il tema della fiducia che deve tornare nel passeggero – ha commentato Piero Righi, direttore generale Aeroporto di Genova – e poi si va a catena. Per fare ciò, la questione della sicurezza sanitaria è essenziale e sono convinto che quest’ultima si faccia innanzitutto a terra”. Nello scalo ligure si è approfittato dei ‘rescue flights’ per i crocieristi e della conseguente impossibilità di mantenere il distanziamento per sperimentare sul campo una nuova tecnologia. “Si tratta di un sistema di video sorveglianza che misura la distanza interpersonale con relativi alert”, ha spiegato il direttore generale. Ma il manager ha sottolineato anche un altro aspetto: “Non abbiamo tempi indefiniti: se non riusciamo a reagire nel momento giusto, i flussi possono estinguersi o essere dirottati”. Anche secondo Righi c’è bisogno di “uniformità delle norme e azioni a sostegno dei vettori”, considerati “l’azzeramento dei ricavi e nuovi costi emergenti”.
“E’ stato un periodo durissimo – ha aggiunto Giovanni Scalia, a.d. Aeroporto di Palermo -: da 30mila passeggeri siamo passati a 300”. Vero è che “tutti abbiamo dimostrato una grande resilienza e senso del dovere”. L’a.d. non manca di fornire qualche cifra: “Ad aprile abbiamo perso un paio di milioni di passeggeri”. Ma come ripartire in un timing già avanzato? “Le macro linee guida sono state già definite da Enac: termoscanner, check-in spostati di un metro… Si tratta di un passo buono”. Scalia rammenta inoltre: “Ci sarebbe il tema dei test sierologici che, però, non è all’ordine del giorno”. L’impressione è che oggi “non si sappia se ci sarà o meno il distanziamento sociale. Ryanair ha detto no all’ipotesi di un sedile pieno e l’altro vuoto. Decidiamoci – ha esortato l’a.d. -. Noi come aeroporti stiamo facendo la nostra parte e siamo pronti a ripartire, le compagnie aeree anche: bisogna decidere le regole”.
Nicoletta Somma e Stefania Vicini
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Ecco le domande degli uditori:
-E’ ipotizzabile indicare una data indicativa a partire dalla quale verranno rimosse le restrizioni al movimento delle persone ed il distanziamento a bordo? Con questi ostacoli nessuna compagnia aerea tornerà a volare in Italia
-Se in Francia vengono caricati i passeggeri senza il rispetto della norma del distanziamento, una volta a terra su un aeroporto italiano si procederà a metterli in quarantena?
-Ci sono regole uniformi o si applicano norme di sanità aerea integrata Covid19?
-Con quante ore di anticipo si dovrà arrivare in aeroporto?
-Perché non pensiamo a delle aree Covid-free come stanno facendo in Turchia e in Grecia?
-Sono un'assistente aeroportuale e lavoro a Milano su Linate, Malpensa e Bergamo. Per favorire la sicurezza dei viaggiatori potrebbe essere un incentivo permettere a noi con patentino di accedere alla zona ritiro bagagli per i passeggeri in arrivo e permetterci di fare il controllo temperatura ai passeggeri in partenza per i tour operator con i quali lavoriamo. Per l'aeroporto sarebbe a costo zero, dato che il nostro compenso verrebbe pagato dai tour operator. Quindi chiedo: se facessimo il corso di sicurezza aeroportuale e pagassimo una fee annuale all'aeroporto, non potremmo ottenere tale permesso?
-Un buono voucher concesso dallo Stato per ogni viaggiatore per voli nazionali, sulla falsariga del coupon per il turismo?
-Come verranno gestiti i servizi igienici a bordo dei voli?