"Lavoreremo maggiormente in sinergia tra istituzioni e operatori, in quanto l'enoturismo è già una grande eccellenza e realtà, ma deve diventare ancora di più un target del fare turismo in Italia". Ha esordito così Lorenza Bonaccorsi, sottosegretario al turismo del Mibact, intervenuta ieri alla videoconferenza per la presentazione del protocollo internazionale “Tranquillamente Enoturismo: linee guida e buone pratiche per un enoturismo Covid-Free”, illustrato da Movimento Turismo del Vino e Roberta Garibaldi. All'incontro virtuale hanno preso parte anche Sebastiano De Corato, consigliere Unione Italiana Vini e vice presidente Mtv Italia e Catherine Lepamentier Douyot, managing director di Great Wine Capitals Global Network.
Bonaccorsi ha sottolineato che "l'enoturismo è un modello economico di sviluppo sostenibile attento ai territori e che li vuole valorizzare. Non si lega alla stagionalità – ha osservato -, è importante per la distribuzione dei flussi, è un modello di ripartenza. Da parte nostra ci sarà una continua costruzione di rapporti per andare in questa direzione – ha asserito il sottosegretario -. In questi anni c'è stato un incremento del turismo, dobbiamo continuare con una attenzione maggiore alla qualità dell'offerta del nostro modello di turismo, che vada nella direzione della sostenibilità".
L'impatto del covid sulle cantine
Una crisi sanitaria abbinata ad una crisi economica, è ciò che è stato affrontato in questo periodo. Analizzando la situazione contingente la professoressa Roberta Garibaldi, ha osservato che "oggi, però, possiamo vedere un futuro più roseo". Qual è stato l'impatto del coronavirus sul mondo dell'enoturismo e delle cantine? Durante la prima fase di stesura del protocollo “Tranquillamente Enoturismo”, Movimento Turismo del Vino ha svolto un’indagine preliminare tra le cantine associate, raccogliendo i dati di 262 aziende per valutarlo. Sulla base dei dati emersi si ha che l'87% delle cantine associate ha dichiarato di essere stato molto danneggiato dall’emergenza sanitaria. Il comparto con i maggiori contraccolpi è quello della vendita e della distribuzione (91%) a causa dell’assenza di clienti in cantina e per la chiusura di attività ristorative ed enoteche. Segue il settore enoturistico che, per l’84%, risulta tra i più danneggiati.
Tra dinamismo e innovazione
Le cantine però si sono attrezzate ed hanno saputo reagire alla situazione contingente, in particolare la metà delle realtà coinvolte si è dotata di un servizio online di vendita e distribuzione, dimostrando dinamismo e capacità di innovazione. Come dimostra il numero di realtà che ha deciso di dotarsi di questo servizio nel corso dell’emergenza, circa il 50% di quelle che non lo avevano attivato in precedenza. Una scelta che sembra non esaurirsi nell'immediato, è emerso, infatti, un sostanziale accordo sulla necessità di dotarsi di un sistema di vendita online in futuro, con il 70% delle cantine che ritiene importante o molto importante attivare questo servizio.
"Tutto sta cambiando, il futuro non può essere uguale al passato – constata Garibaldi -, ciò che è importante è guardare in prospettiva. Ci siamo confrontati a livello internazionale con diversi Paesi per leggere insieme questo nuovo futuro". Si è vista tanta "innovazione nel settore enogastronomico, con le degustazioni online, la crescita del delivery, il cucinare a casa – sottolinea Garibaldi -, siamo pronti per un nuovo futuro, serve pertanto riprogettare un nuovo turismo".
In linea il pensiero di Catherine Lepamentier Douyot che ha parlato di “coinvolgimento, interazione, racconto emozionale: dopo l’esperienza del coronavirus abbiamo bisogno di reinventare la nostra idea di enoturismo, in tutto il mondo”.
Un sentiment positivo
Il tutto è accompagnato da un interesse da parte dei turisti "per la ripresa del settore", come attestano i dati raccolti in questo periodo. Garibaldi fa riferimento all’indagine condotta da Confturismo-Confcommercio e Swg da cui è emerso che "dopo mesi di lockdown la priorità in vacanza sarà stare nella natura, all’aperto, attività indicata dal 40% degli italiani. Volgendo lo sguardo a livello internazionale, dallo studio di Matador Network emergono outdoor, cultura ed enogastronomia tra le attrazioni turistiche più desiderate. L’enoturismo che può abbinare lo stare all’aperto e nella natura con il tema cibo ha in mano una carta vincente".
Come si sa il principale target di riferimento sarà il turismo interno. Garibaldi cita i dati del Rapporto sul turismo enogastronomico italiano che confermano l’interesse, "gli italiani amano vivere esperienze enogastronomiche in Italia, il 92% dei loro viaggi enogastronomici sono stati nel nostro Paese", inoltre, "il 64% dei viaggiatori vorrebbe conoscere maggiormente l’enogastronomia del territorio in cui vive".
Una forma di turismo sicura
Ritrasmettere fiducia. L'obiettivo di oggi è questo, non ha dubbi Nicola D’Auria, presidente di Movimento Turismo del Vino. "Sostenere l'incremento delle attività, qualificare i flussi e i servizi, dare un senso concreto ai distretti vitivinicoli". Il presidente cita la nascita di Cantine aperte, una bella intuizione che è servita a far "vedere la qualità del lavoro in cantina", poi sono stati creati eventi come Calice di stelle, Cantine aperte a Natale, solo per citarne alcuni, "per valorizzare il patrimonio rurale dei territori – osserva -. Il vino ha oggi un valore sociale e Cantine aperte deve diventare un marchio di qualità".
D'Auria sottolinea anche che "il turismo in cantina sarà una forma sicura di turismo, sia in entrata sia in uscita con prodotti nuovi e audaci. La nostra associazione si rende disponibile per una maggior collaborazione tra i settori vinicoli, alimentari e turistici, promuovendo l’Italia nei principali mercati-target, sostenendo lo sviluppo di un prodotto di turismo sostenibile".
Stefania Vicini