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La crescita esponenziale dell’attività di locazione di appartamenti per brevi periodi impone una revisione della contrattualistica. Parte da questa premessa Rescasa – associazione storica del turismo in appartamento, con un portafoglio di 5mila strutture ricettive dai residence alle case vacanza – per l’idea di istituire un tavolo tecnico di confronto sul contratto tipo in materia di property manager.

Regione Lombardia, con l’introduzione della Cav (casa appartamento vacanze) non imprenditoriale, che può gestire fino a tre unità abitative, ha tracciato un possibile percorso di regolarizzazione di quelle attività che si inseriscono palesemente nel contesto turistico e rilevano in modo crescente nella definizione dell’offerta di strutture ricettive, pur operando in forma amatoriale.

Ne sono scaturiti diversi adempimenti di natura amministrativa e fiscale che rendono piuttosto complessa la gestione degli appartamenti, per diversi aspetti equiparati alle imprese turistiche, nonostante sia stata consentita quest'anno la ridenominazione delle Cav in locazioni turistiche.

Il tavolo promosso da Rescasa, che intende dare un contributo nella direzione della legalità e della trasparenza, sarà coordinato da Camera di Commercio di Milano, e avrà l’onere di predisporre uno schema contrattuale tipo, da utilizzare nel rapporto che gli host instaurano con gli ospiti (guest).

Il nuovo modello contrattuale è stata presentato alla fine del 2019  e su di esso si è formato un largo assenso da parte dei diversi interlocutori attivi nel settore, come le associazioni dei consumatori e i rappresentanti delle piattaforme di promozione ed intermediazione.

Secondo Rescasa era necessario regolare alcune situazioni critiche emerse nell’ambito dei rapporti tra locatore ed ospite, come quella in cui quest’ultimo si rifiuti di lasciare l’immobile al termine del periodo concordato. L’assenza di un contratto di locazione scritto lascia, in tali casi, il proprietario senza strumenti giuridici per accedere al rito sommario dello sfratto per morosità.

“D’altra parte -commenta Rescasa – le varie forme di prenotazione online, che rappresentano circa l’80% del matching  tra domanda e offerta, ad oggi non sono ammesse dai giudici alle procedure di sfratto.

Sono ragioni evidenti che rendevano necessario ed urgente porre mano alla realizzazione di un modello contrattuale, chiaro e semplice, che potesse diventare di uso comune nel sempre più animato mercato degli affitti brevi”.

Ora sarà la volta del contratto che i property manager stipulano con gli host, vale a dire i proprietari di appartamenti ad uso turistico. Anche in tale occasione saraà creato un tavolo tecnico, a cui Rescasa inviterà interlocutori e stakeholder, che dovrà predisporre un contratto tipo in grado di regolamentare in modo equo ed univoco il rapporto che i proprietari instaurano con i professionisti dello short rental.