Natura e outdoor guidano le scelte

Una maggiore attenzione per la natura e l’outdoor. E’ da queste premesse che parte l’ultima indagine di Jfc sul sentiment degli italiani in tema di vacanze. “Il primo elemento che condiziona le scelte, per il 34% dei nostri connazionali, è rappresentato dall’ambiente e dalla natura – afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico della società -. La possibilità di avere ampi spazi personali è citata dal 16,9% degli interpellati. Quest’anno, poi, il mare viene scelto in generale dal 42,7%, contro un 53% del 2019. Le preferenze per la montagna – prosegue il manager – superano quelle dell’anno passato dell’11,3%, attestandosi a quota 24,8%, mentre la campagna passa dall’1,8% al 5,4%, con un incremento del 3,6%”.  Se ne evince la ricerca di luoghi rilassanti, a contatto con la natura, che rispettino il distanziamento sociale. “La rilevazione rispetto allo scorso anno è stata spostata in avanti – sottolinea Feruzzi -, a maggio la componente emozionale era ancora più forte”.
Tra le tendenze il manager evidenzia la “staycation”, cioè la predilezione per località vicine e facilmente raggiungibili, la “daycation”, ossia la tendenza a spostamenti o escursioni in giornata, e l’effetto “cocoon”, che porta alla ricerca di luoghi sicuri e controllati, come appartamenti e villette. Non manca, poi, l’attenzione alla lentezza, che è stata imposta dal lockdown, ma che viene mantenuta anche in questo momento, all’identità locale e alla scoperta del territorio.
Non bisogna trascurare un altro aspetto, cioè che la stagione quest’anno è iniziata dal 10 luglio, molte strutture sono rimaste chiuse fino a quella data e non tutte hanno deciso di aprire.
Il successo delle destinazioni montane emerge anche da altri due elementi, picnic e food delivery, con molte località che hanno costruito proposte di questo tipo con prodotti tipici del territorio.
Feruzzi sottolinea anche “due orientamenti nella scelta del luogo di soggiorno: la possibilità di avere il controllo visivo della situazione, che fa propendere per posti piccoli e località minori, e un allontanamento da quelle destinazioni che si vendono basandosi prettamente sull’essere ‘Covid-free’, poiché verosimilmente si ha la sensazione di ripercorrere situazioni negative del recente passato e la sicurezza è ormai considerata un dato di fatto”.
Da più parti si parla di allungare la stagionalità, si tratta di una chimera o di un obiettivo raggiungibile? “Penso che ci riusciremo – risponde il manager -, settembre e ottobre potrebbero essere una fase interessante; molto dipende dall’apertura delle scuole e dall’evoluzione della situazione pandemica”.
Quanto agli stranieri, ci dovrebbe essere un avvicinamento al mercato italiano a partire dalla terza settimana di agosto. C’è da dire che per i bacini esteri sono da sempre attenti all’outdoor, è un dato di fatto. Non in ultimo si nota “un’evoluzione nella richiesta di informazioni – aggiunge Feruzzi -, c’è una conversione in prenotazioni, più che raddoppiate”.                              

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