“Non si può parlare solo di Alitalia, c’è anche la rivisitazione del piano nazionale degli aeroporti”. A portare l’attenzione sul tema è Valentina Lener, direttore generale Assaeroporti, intervenuta a “Italia 2021 – Competenze per riavviare il futuro”, promosso da PwC Italia in media partnership con Sky.
La dichiarazione
Lener si riallaccia alle dichiarazioni rilasciate, nella medesima occasione, dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, riconoscendo che il tema Alitalia ricorre spesso nelle parole del ministro, e che in questo momento il trasporto aereo “è coperto dal piano industriale, che non conosciamo, per il lancio della nuova impresa Alitalia e le previsioni di una profonda riforma del settore del trasporto aereo attraverso una rivisitazione incisiva del piano nazionale degli aeroporti, noi lamentiamo che va bene destinare risorse alle compagnie aeree", forte della consapevolezza che “senza aerei gli aeroporti non vanno lontani – afferma -, ma a distanza di sei mesi siamo ancora molto lontani da una ripresa che è stata lentissima a luglio ed agosto”. La manager cita il dato del -83% di collegamenti Ue ed extra Ue a luglio, a riprova che “il settore è nel pieno di una profonda crisi”.
L'appello
Riportata nuovamente a parlare di Alitalia, la manager afferma: “Date i soldi ad Alitalia, ma non dimenticatevi di noi, date le risorse alla filiera del trasporto aereo, perchè senza un elemento non va avanti l’altro”, asserisce, confermando che l'aver investito tutte queste risorse in Alitalia, non viene visto come elemento negativo, “più compagnie abbiamo più siamo contenti, ma siamo vicini a un momento di rottura, siamo più preoccupati dell’inizio del lockdown”.
E questo perché “le stime peggiorano, secondo l’Associazione europea dei gestori aeroportuali forse si arriverà ai livelli di traffico ante-covid nel 2024”. Pertanto il settore ha bisogno di un "profondo ripensamento del sistema aeroportuale, non limitarsi solo a gestire la contrazione delle spese, ma rivedere i piani di investimento".
Numeri alla mano durante il lockdown è stato messo in cassa integrazione il 95% del personale, ora il dato è un po' sceso, "abbiamo la cassa integrazione fino a marzo 2021, abbiamo imprese che nel 2020 chiuderanno con un -60% di fatturato, nella migliore delle ipotesi, solo che la situazione non si sanerà nel 2021". Oltre a dover riconquistare la fiducia del passeggero c'è da fare anche i calcoli con un traffico business e leisure che "per quanto tempo zoppicheranno?", domanda il ministro.
Il resto d'Europa
Questa la situazione dell'Italia, ma cosa avviene nel resto d'Europa? Lener afferma che monitorano "ciò che avviene negli altri Paesi". Cita il caso della Germania che "già a maggio si era attivata ed ha avuto ad agosto l'autorizzazione della Commissione Ue a erogare 1 miliardo e 36 milioni per gli aeroporti. Si è mosso il sistema Nord con Norvegia, Svezia, Irlanda, Bulgaria, Romania". Inoltre, la Francia "è molto attiva e attenta al dibattito per destinare le risorse anche agli aeroporti".
Detto ciò, la manager sottolinea che "quello che accomuna l'approccio a livello europeo è che in prima battuta si è deciso di aiutare le compagnie aeree, ma nella seconda fase necessitano risorse anche gli aeroporti perchè i piccoli non reggeranno, sono a rischio chiusura, ma anche i grandi, che devono concorrere con gli hub europei che, se saranno sovvenzionati dai propri governi, partiranno più avvantaggiati nel momento in cui si dovrà recuperare il traffico a livello europeo ed internazionale".
Vista la situazione ci si chiede se c’è il rischio che le tariffe possano aumentare? La manager fuga ogni dubbio, affermando: “No, la soluzione non può essere incrementare le tariffe, siamo consapevoli che il passeggero deve essere alleggerito e incentivato al viaggio”.
Stefania Vicini