E’ di lunedì l’annuncio da parte del London City Airport di licenziare un terzo del suo personale come parte del suo "piano di ristrutturazione cruciale". Verranno persi 239 posti di lavoro, il 35% del totale dei posti di lavoro esistenti all'aeroporto, riportano fonti di stampa estere. I gestori hanno avviato le opportune consultazioni con il personale per cercare di ridurre i costi e incoraggiare i congedi volontari.
L'aeroporto ha sospeso i voli commerciali il 25 marzo a causa del forte calo dei viaggi internazionali. I voli sono stati riavviati il 21 giugno, ma il numero dei passeggeri è rimasto ben al di sotto dei dati del 2019, un calo che non si prevede verrà superato durante l'inverno.
L'aeroporto offre attualmente voli per 17 destinazioni, ma secondo i media britannici, la sua base di clientela, concentrata sul viaggiatore d'affari, ha avuto una brusca frenata. British Airways ha confermato che non riprenderà i suoi voli d'affari per New York da London City.
Il direttore esecutivo dell'aeroporto, Robert Sinclair, ha ammesso che l'aviazione sta attraversando la più grande recessione della sua storia a causa della pandemia e che sebbene abbiano "cercato di mantenere i posti di lavoro al massimo", alla fine non sono stati "immuni all'impatto devastante del virus".
London City ha sospeso il previsto ampliamento di un terminal che doveva costare 500 milioni di sterline, ma proseguirà con i suoi piani e investimenti su più fronti, come il miglioramento delle aree bagagli e rullaggio degli aerei.
London City è il quinto aeroporto più trafficato della città di Londra, dopo Heathrow, Gatwick, Luton e Stansted, che sono principalmente orientati al traffico leisure.