Luca Patanè, Uvet: “Dobbiamo uscire dalla paura del virus”

Il ruolo delicato di presidente di un gruppo integrato (Uvet) da 2,9 miliardi di euro di giro d’affari con 1600 dipendenti (dati ante Covid) e quello altrettanto impegnativo di presidente Confturismo: sono le due anime di Luca Patanè. Due cariche che lo hanno visto in prima linea negli ultimi mesi per affrontare l’emergenza e sostenere, in ambito istituzionale, le ragioni del settore.
Dalla fine del 2019, quando in occasione del BizTravel Forum si parlava delle prospettive dei viaggi d’affari, ad oggi, tutto è cambiato. Leggenda ormai le previsioni che vedevano per il biennio 2020-2021 il segmento crescere, rispetto al 2019, del +5 e del +7,5%. Ora i conti sono ben diversi.

Gv: Presidente, vogliamo partire dal ruolo di imprenditore? A cosa assiste il business travel?
“Questi sono i mesi più duri, per il business travel la domanda è quasi inesistente, la definirei asfittica, si è lavorato un po’ più di luglio e agosto, ma la chiusura delle destinazioni intercontinentali unita al fatto che le aziende non hanno ancora ripreso a volare, a parte le Pmi, dà un quadro non proprio confortante. Anche il mese di ottobre non sarà un granché. I meeting stanno riprendendo, ma quelli piccoli da 15-20 persone, non i grandi e dovremmo ripartire in modo graduale dal 2021”.

Gv: Come si presenta la situazione del leisure in generale?
“Le agenzie non hanno praticamente niente da vendere. Senza Mar Rosso e Canarie la programmazione è davvero insufficiente. Siamo nel momento peggiore del picco, avremo un lungo inverno e non si sa con certezza quando inizieranno a riprendere le vendite”.

Gv: Le aziende hanno dovuto affrontare una riorganizzazione interna. E voi?
“Sul fronte del cambiamento gestionale noi siamo una realtà già all’avanguardia. Il 6-7% della forza lavoro opera da casa, ma ci vuole molta formazione per fare questo e non è sempre una scelta fattibile nel nostro settore. Noto che i ritmi si sono abbassati e la produttività è leggermente scesa. Attualmente buona parte del personale è in cassa integrazione. Poi bisogna distinguere quello che è il telelavoro dallo smart working, per quest’ultima modalità operativa ritengo che potremmo arrivare ad un 30% di persone, non oltre”.

Gv: La tecnologia si è dimostrata un’arma importante per sopravvivere. Quali i programmi in merito?
“Verso i clienti lavoriamo su due aree in termini di nuovi prodotti e servizi e poi c’è il tema della sostituzione di tecnologia. Abbiamo approfittato di questo periodo per rinnovare le piattaforme. Per la struttura interna, invece, viviamo una fase importante volta all’ottimizzazione e all’aumento della produttività. Con il Covid le prenotazioni bt e leisure durano il triplo di prima, per emettere un documento ci vuole molto più tempo e noi stiamo cercando di erogare un servizio più adatto alla fase che stiamo vivendo, grazie all’utilizzo di stringhe di intelligenza artificiale. Un utilizzo dell’intelligenza artificiale sia lato interno che esterno sul cliente finale, per riuscire a fornire informazioni mirate e a costi inferiori. Anche per il tour operating è in atto l’ottimizzazione delle piattaforme”.

Gv: Le nuove regole Eba sul credito erogato dalle banche imporranno dei business plan più rigidi alle aziende. Cosa ne pensa?
“Molte aziende hanno creato debito sulla garanzia Sace e per quanto riguarda le introduzioni di nuove regole a partire dal 2021, vedremo in che condizioni saremo. Il sistema bancario si deve tutelare ma con la garanzia Sace lo è già. Per ora, per loro, il rischio è limitato. Diverse aziende, in futuro, dovranno aprirsi al capitale straniero per finanziarsi o ad investitori privati. E’ importante avere più possibilità sui debiti”.

Gv: In futuro vede un’accelerata su fusioni e acquisizioni?
“Il piano di acquisizioni è fermo. Gli Stati Uniti sono in crisi e lo sono anche i fondi americani, ma l’interesse c’è. Ci saranno molti merger, non adesso, ora la testa è sottacqua, i valori che esprimono le aziende sono bassi. Tra predatore e preda c’è una grande separazione. Quando si ricomincerà a seminare, allora sì assisteremo ad operazioni di M&A”.

Gv: Vedremo chiudere molte aziende in questi mesi?
“Nell’enorme fermentazione di mercato ci saranno tra le vittime agenzie di viaggi e tour operator. Si vedrà dopo la fine della cassa integrazione. Sarà un momento duro e senza grandi vendite da fare, dovremo stare in piedi”.

Gv: Il gruppo integrato è ancora una forza o può essere un punto debole nella fase attuale?
“Abbiamo cercato da sempre di diversificare le vendite. Il tour operator in house, ad esempio, pesa soltanto per il 14% delle vendite di Blue Panorama e anche la compagnia alberghiera dà al t.o. un 30% di prodotto, mentre il resto è immesso sul mercato. Ci siamo strutturati così proprio per gestire meglio le divisioni”.

Gv: Il fondo per le agenzie e i tour operator, oltre ai Recovery Fund, sono una delle risposte all’emergenza. Su cos’altro state lavorando in sede istituzionale?
“Abbiamo avuto un periodo intenso di lavoro e abbiamo dato una spinta a sostegno della nostra causa. Ora vorremmo attuare una maggiore unione con le altri associazioni per lavorare in meno e più uniti. Sul Recovey fund, poi, la partita è ancora da giocare, ci sono opportunità su progetti per il futuro. Ora è importante uscire dalla spirale della paura del virus, ripartendo dal concetto di sicurezza con accordi intraeuropei tra governi”.       
Per il capitolo Blue Panorama, il presidente dà appuntamento ad una nuova puntata.               

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