La gestione del personale nell’estate “Covid style”

L’estate ha avuto uno sviluppo molto particolare. A dirlo l’analisi di Oscar Galeazzi, amministratore di LavoroTurismo per Guida Viaggi. “Le aziende turistiche situate nelle città – dichiara il manager – sono rimaste per gran parte chiuse o con percentuali di occupazione molto basse; situazione notevolmente migliore per le aziende stagionali al mare, in montagna, al lago”.

La forte incertezza iniziale, accompagnata da timori o vera paura, ha portato gli imprenditori ad attivare comportamenti anomali e irrazionali, a suo dire, se non inquadrati nel contesto.

“Abbiamo visto aziende assumere il minimo necessario per aprire – spiega – e imprenditori di aziende medio-piccole che hanno sostituito in prima persona loro dipendenti, svolgendo ruoli di receptionist, camerieri, addetti alle pulizie. Il timore costante di dover chiudere da un giorno all’altro, ha portato le aziende a stipulare contratti con scadenza molto breve, di norma mensile”.

A causa della forte incertezza, numerose aziende turistiche hanno optato per la non apertura, “anche se poi molte si sono pentite della scelta”, sottolinea Galeazzi. Il fenomeno si è accentuato nei casi di società che gestivano più strutture, che hanno in molti casi optato per aprirne solo una parte.

Altro fenomeno diffuso è la riduzione degli stipendi, in parte legata a una riduzione effettiva di lavoro, in parte a un riequilibro tra le parti, “in parte, è giusto evidenziarlo, anche a fenomeni speculativi”.

La ricerca di personale si è bloccata nei periodi di lockdown, si è ripresa timidamente verso maggio-giugno, è esplosa a fine luglio e agosto.

In merito ai profili, una novità assoluta è stata la forte carenza di cameriere ai piani; rimane la forte carenza di camerieri e di personale per tutti i settori. “Anomalie – commenta – create in particolare da carenze di personale proveniente dall’estero.

Nonostante ci fossero migliaia di dipendenti del turismo a casa, questi erano in molti casi in cassa integrazione, quindi non disponibili”. Il reddito di cittadinanza non ha agevolato; molte persone che lo percepivano, a causa del timore di perderlo, del breve periodo e spesso delle opportunità in luoghi distanti da casa, hanno rinunciato a una possibile occupazione.

A fine ottobre si rivive la stessa situazione di incertezza pre-estiva. E la storia si ripete: “Basse assunzioni, contratti di breve termine. Stiamo navigando a vista – conclude – ma difficile attribuire colpe, se ci confrontiamo con gli altri Paesi europei. Confidiamo nella massima serietà di tutti. Mai come ora, la salute è nostra responsabilità, personale e di comunità”.

Laura Dominici

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