Arabia Saudita, il turismo fa rima con lusso

L’Arabia Saudita gioca la carta del turismo di lusso con un occhio attento alla sostenibilità. E lo fa mettendo sul tavolo fondi ingenti. The Red Sea Development Company (Trsdc), lo sviluppatore dell’iniziativa di punta del turismo rigenerativo internazionale The Red Sea Project, ha recentemente annunciato di aver assegnato fino a oggi più di 500 contratti ad aziende internazionali e locali per un valore complessivo di circa 7,5 miliardi di Sar (2 miliardi di dollari).“Questo sottolinea la portata del nostro progetto e i progressi compiuti per creare la destinazione del futuro. Trsdc contribuisce alla crescita dell’economia dell’Arabia Saudita e svolge un ruolo fondamentale nel suo piano Vision 2030”, ha affermato John Pagano, ceo di Trsdc.
Entro la fine del 2020 verranno assegnati molti altri contratti, tra i quali il terminal dell’aeroporto, un operatore aeroportuale e un importante pacchetto di servizi di partenariato pubblico-privato che garantirà la generazione di energia rinnovabile al 100%, la desalinizzazione dell’acqua, il trattamento dei rifiuti e il raffreddamento. Insieme, questi contratti porteranno impegni aggregati a un totale prossimo a 15 miliardi di Sar (4 miliardi di dollari). Oltre il 70% del valore totale dei contratti è stato assegnato a società saudite e più di 500 contratti sono stati aggiudicati complessivamente ad aziende di 24 Paesi, a testimonianza dell’esperienza internazionale richiesta per dare vita alla destinazione. I lavori sui collegamenti della destinazione sono ben avviati e comprendono lo sviluppo di 80 chilometri di strade, autostrade e raccordi e il nuovo aeroporto. Nel luglio di quest’anno, Trsdc ha firmato il suo più grande contratto fino a oggi – aggiudicato in joint venture a due appaltatori sauditi, Nesma & Partners Contracting Co.Ltd e Almabani General Contractors – per lavori infrastrutturali per l’aeroporto internazionale, che dovrebbe aprire nel 2022. Inoltre, la società ha collaborato con la King Abdullah University for Science and Technology a un programma di mappatura delle aree di conservazione della terra e della barriera corallina nel sito. Trsdc ha infatti l’obiettivo di diventare la prima destinazione globale ad affermare un approccio al turismo rigenerativo su questa scala, lavorando per creare la più grande area marina protetta del Medio Oriente (5.400 chilometri quadrati). “Adottare solo un approccio sostenibile non è sufficiente. Vogliamo migliorare la destinazione per le generazioni a venire”, ha aggiunto Pagano.
The Red Sea Project conta di accogliere i primi ospiti entro la fine del 2022, quando apriranno l’aeroporto internazionale e i primi quattro hotel. I restanti 12 previsti per il completamento nella Fase Uno apriranno nel 2023, offrendo un totale di tremila camere in cinque isole e due resort nell’entroterra.
Massimi sistemi in campo anche ad AlUla, dove il resort Sharaan di Jean Nouvel offre l’audace visione dell’archistar per l’oasi culturale nel Nord-Ovest. Situato nel profondo della Sharaan Nature Reserve, il progetto attinge al sito nabateo di Hegra, il primo Patrimonio Unesco dell’Arabia Saudita. Anche qui il lusso non andrà a scapito del contesto naturalistico, in quanto conterà su energia senza emissioni e nuovi standard di sostenibilità.
Il resort è un elemento chiave della strategia della Royal Commission for AlUla per lo sviluppo della destinazione come destinazione di interesse globale per cultura, storia ed eco-turismo. È stato concepito secondo le linee guida della Charter of AlUla, documento che include 12 principi guida, che impegna la commissione a uno sviluppo futuro di lungo termine che contribuirà anche all’economia diversificata della regione con l’offerta di ristoranti e di un Retreat Summit Centre.       

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