Il Coronavirus sta scatenando cambiamenti anche nel settore delle assicurazioni e queste modifiche si stanno palesando sia oltreoceano, negli Usa, sia nel nostro Paese.
Le società hanno dovuto affrontare il contraccolpo dei consumatori che avevano presentato richieste di risarcimento per polizze acquistate pre-Coronavirus i cui viaggi sono stati interrotti dallo scoppio della pandemia. Ma, in definitiva, questa crisi potrebbe in futuro aumentare gli acquisti di assicurazioni da parte dei viaggiatori. "La mia aspettativa è che ci sarà un enorme incremento dell'assicurazione di viaggio", afferma Jason Schreier, ceo di April Travel Protection.
Come molte società del travel, la maggior parte delle assicurazioni stava uscendo da un anno molto forte quando la pandemia è scoppiata, dice Stan Sandberg, co-fondatore del sito web di comparazione TravelInsurance.com. Di fronte a questo evento, sono stati costretti a essere flessibili. Alcuni, prosegue Sandberg, hanno rimborsato i premi nonostante i viaggiatori non avessero presentato un reclamo. Altri hanno emesso buoni per viaggi futuri. "Credo fermamente che una volta che il mondo dei viaggi si riaprirà, le persone saranno molto più propense ad acquistare un'assicurazione di viaggio”, commenta Daniel Durazo, director communications Allianz Worldwide Partners Usa.
Ma accadrà lo stesso anche nel nostro Paese? Al momento in Italia la propensione a stipulare polizze si aggira intorno al 30%. Nel turismo interno “obiettivamente la percentuale di acquisto di una polizza assicurativa abbinata a un viaggio è ancora molto bassa – conferma Stefano Pedrone, responsabile divisione Turismo di Nobis Assicurazioni -; probabilmente nei prossimi mesi, complici lo scenario attuale di estrema incertezza, la maggior esigenza di protezione e la conferma del trend di un turismo di prossimità, si assisterà a un incremento delle vendite”. “Sicuramente in questi mesi la consapevolezza rispetto alla necessità di una copertura assicurativa legata al viaggio, principalmente sotto gli aspetti dell'annullamento/interruzione dello stesso, è cresciuta – sostiene Daniela Panetta, head of sales Ergo Assicurazione Viaggi -. Parimenti le persone si sono rese conto che la possibilità di avere necessità di cure mediche durante il viaggio non è poi così remota. Entrambi i fattori faranno sì che, una volta che il mercato dei viaggi si sarà ripreso, la polizza sarà uno degli aspetti fondamentali del pacchetto di viaggio e quindi si potrà tranquillamente arrivare ad una redemption attorno al 50/60%”.
“Sappiamo che gli italiani non sono in generale particolarmente propensi a stipulare coperture assicurative ulteriori rispetto a quelle obbligatorie per legge come la R.C. Auto, o per contratto, come le polizze abbinate a mutui/finanziamenti – specifica Michele Cossa, a.d. di Borghini e Cossa -. Nel corso degli anni abbiamo assistito ad un incremento della sensibilità del passeggero rispetto alle polizze viaggio, considerate soprattutto come tutela dell’investimento vacanza in caso di annullamento oppure con riferimento a destinazioni ritenute particolarmente costose dal punto di vista sanitario, per esempio gli Stati Uniti. Il Covid ha senza dubbio svolto un ruolo di acceleratore della propensione assicurativa – considera il manager -; la speranza è che, una volta passata l’emergenza, non si torni a considerare la polizza come un fastidioso balzello, così da raggiungere entro il 2022 il traguardo almeno di un passeggero assicurato su due”. Sulla stessa scia Gualtiero Ventura, presidente Ami Assistance: “Sicuramente la situazione attuale sta spingendo molte più persone a capire l’importanza delle polizze assicurative soprattutto quando si viaggia – esamina -. Indubbiamente tutta questa situazione porterà a un aumento della propensione a stipulare polizze nel prossimo futuro, ma è difficile prevedere a quali risultati potrebbe portare, anche perché bisognerà capire con che tempi ripartirà il turismo”. Se è difficile fornire delle stime, si può ragionevolmente affermare “che la propensione all’acquisto crescerà e forse è già cresciuta per la limitata esperienza che abbiamo avuto con gli spostamenti estivi – sottolinea Guido Dell’Omo, head of sales and distribution Axa Partners Southern Europe -. Ad oggi la richiesta aumenta per la garanzia annullamento viaggio, soprattutto per la paura di perdere quanto investito; è ancora troppo bassa la percezione dell’importanza di avere una adeguata copertura sanitaria, con copertura per eventi pandemici, quando si programma un viaggio. I primi segnali di maggiore consapevolezza arrivano per il momento dagli operatori di mercato come i t.o. che chiedono per la loro programmazione futura coperture adeguate per i loro viaggiatori”. A fare un distinguo è Christian Garrone, responsabile intermediazione assicurativa I4T: “La media del 30% è realistica, ma non è legata alla propensione a stipulare le polizze che, a mio avviso, sarebbe del 70/80% – suggerisce -. Per esperienza ci sono agenzie viaggio che, a parità di volumi, vendono molte polizze ed altre poche. Uno dei motivi è sicuramente legato alla complessità del prodotto assicurativo, che frena gli agenti”.